Messi è ancora il re, anche se non gliene frega niente (Paìs)

"Mbappé, Haaland, Vinicius Jr., Lamine Yamal... corone di cartone. Messi torna sempre, anche se trascorre i suoi inverni giocando contro avversari casuali"

Messi

ATLANTA, GEORGIA - JUNE 19: Lionel Messi #10 of Inter Miami CF looks on inside the tunnel, while carrying the match pennant prior to the FIFA Club World Cup 2025 group A match between Internacional CF Miami and FC Porto at Mercedes-Benz Stadium on June 19, 2025 in Atlanta, Georgia. Kevin C. Cox/Getty Images/AFP Kevin C. Cox / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP

“Ciò che sembra nuovo oggi diventa obsoleto la mattina dopo, e persino le figurine sembrano diventare grigie non appena le tiriamo fuori dalla confezione originale per esporle alla durezza dell’album: tutto sembra destinato a essere dimenticato prima o poi, ma no. Leo Messi è ancora il miglior calciatore del pianeta“. El Paìs scrive ciò che tutti sappiamo, perché il Mondiale per club questo ribadisce. “Lo era 20 anni fa, e lo rimarrà nell’estate del 2025, anche se trascorre i suoi inverni giocando contro avversari casuali di cui nessuno sa con certezza se stiano per andarsene o debbano ancora arrivare”.

“Sono passati tre anni da quando Leo ha sollevato la Coppa del Mondo nei cieli del Qatar, tre anni che abbiamo trascorso alla ricerca di un erede, ignorando le sue ultime volontà e abusando di corone di cartone: Mbappé, Haaland, Vinicius Jr., Lamine Yamal… Ognuno di loro si è goduto l’onore fugace di sentirsi il nuovo re, senza accorgersi che Messi torna sempre a metterli tutti nella scatola dei giocattoli. Il fatto che ce ne siamo momentaneamente dimenticati è il risultato di una decisione personale, della sua intenzione di vivere una vita più serena senza tutti i riflettori puntati sulla sua barba 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Ma poi arriva il Mondiale per Club e scopriamo che il capo, quello al comando, è ancora quel tizio basso che ha lentamente dominato il campo dai tempi di José Luis Rodríguez Zapatero”.

“È facile trovare difetti in Messi. Alcuni ci provano da quando aveva la faccia coperta di acne e la testa piena di cattive idee. Non corre. Non salta. Non pressa. Non è un leader… Ma a quanto pare l’arbitro dà il via libera all’inizio della partita, e l’argentino più argentino della storia, il nativo di Rosario, è l’unico in campo a sapere cosa succederà un secondo prima del resto dei penitenti. E in quel secondo, Messi può accedere all’intero manuale del calcio, spiegato attraverso brevi video pensati appositamente per il nuovo consumatore, quello che si avvicina al calcio attraverso formati frenetici come YouTube o TikTok”.

“Nessuno vince sempre, nemmeno Messi, ma il fatto che faccia ancora parte della conversazione è, di per sé, un’anomalia incredibile”.

Messi, conclude il Paìs, “è la stella più silenziosa del XXI secolo, colui che orchestra tutto senza battere ciglio, un re che non ha bisogno di acclamazioni perché gli bastano per restare tale: questo spiega, in questi tempi nuovi, il vero valore della vecchia monarchia”.

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