Lang: «La pressione che subiamo è sottovalutata. A volte vorrei solo riempire scaffali al supermercato»

Al portale Life After Football nel 2023: «Quando gioco, penso a mio figlio per darmi carica; così potrà dire in futuro: "Mio padre è quel folle che ha vinto tutto"».

Noa Lang Napoli Lang

Db Rotterdam (Olanda) 14/06/2023 - Nations League / Olanda-Croazia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Noa Lang

In molti conoscono Noa Lang per come si mostra davanti alle telecamere e in campo, ma quando parla di suo figlio (ora ne ha tre), diventa un’altra persona.

Lang: «La pressione che subiamo è sottovalutata. A volte vorrei solo riempire scaffali al supermercato»

A rivelarlo è il portale olandese Life After Football , che gli fece un’intervista quando passò dal Club Brugge al Psv nel 2023, e raccontò di lui:

Il tifoso medio conosce Noa Lang come arrogante, un ottimista nato. Ma quando parla di suo figlio Navy, vediamo un Noa molto diverso da come si mostra: 

«Essere padre è una sensazione che non riesco a spiegare, e non esiste altro che sia più bello. Quando il dottore venne da me dicendomi “Ecco, questo è tuo figlio”, avevo già sentito da altri che fosse una sensazione unica. Ed è vero. Mi sono emozionato molto. Piangevo già prima di vederlo. Non lo vedo da 24 giorni perché è in vacanza con sua madre. Conto i giorni fino a quando non posso rivederlo di nuovo. Ogni sera prima di andare a letto, guardo i video di lui che mi mandano. Quando faccio gol, penso a lui. È una motivazione in più. Voglio renderlo orgoglioso. Così potrà dire in futuro: “Mio padre è quel folle che ha vinto tutto”. Non importa se non vorrà fare il calciatore. Non dobbiamo parlare per forza di calcio tutto il giorno».

Lang ha poi dichiarato di gestire bene il nervosismo pre-partita:

«Non sono mai troppo nervoso prima delle partite. Ma la pressione è spesso sottovalutata. A volte vorrei poter essere solo quel ragazzo che riempie gli scaffali al supermercato. Non essere riconosciuto, camminare per strada tranquillo, come riempire tranquillamente gli scaffali mentre nessuno ti presta attenzione. Non fraintendetemi, la mia è una vita bellissima, e sono grato per questo. Ma se non hai mai provato cosa vuol dire essere giudicati da tutti dopo una brutta partita, non puoi davvero capirlo. Ho uno psicologo che mi segue. Anche se parliamo principalmente di cose personali. È bello avere qualcuno con cui puoi parlare e che ti dà consigli su come gestire certe cose. E’ qualcosa che penso dovrebbe essere normale. Potrebbe aiutare chiunque».

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