La Serie A si atteggia, ma la Ligue 1 la guarda dall’alto in basso ormai (So Foot)

In Italia il calcio è disperato, i campioni come Kvara se ne fuggono. Un campionato che fa sembrare Retegui e Kean dei crack non può oggettivamente reggere il confronto

Inter Serie A

Db Monaco di Baviera (Germania) 31/05/2025 - finale Champions League / Paris Saint Germain-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giuseppe Marotta-Lautaro Maertinez

T’attigge e t’amarigge, ma te canosceno a Parigi? Che è più o meno il senso del pezzo che So Foot dedica alla Serie A. Senso esplicitato molto meglio dal sommario: “L’Italia si vanta di far parte dei Big Four, ma quest’anno non ha vinto nemmeno un trofeo europeo, nonostante otto club in gara. Peggio ancora, ha subito un’umiliazione storica nella finale di Champions League. La lezione è chiara: la Serie A è indietro rispetto alla Ligue 1 e farebbe bene a rivalutare la propria posizione per recuperare”. Capito? Basta sto senso di superiorità, scrive la rivista francese.

La finale di Champions, secondo So Foot “ha confermato ciò che già sapevamo: il calcio francese non ha nulla da invidiare a quello italiano. Meglio ancora, lo domina e lo guarda dall’alto in basso”.

“La Francia è riuscita dove l’Italia ha sistematicamente fallito negli ultimi quindici anni, sollevando la coppa dalle grandi orecchie. Non raggiunge il vertice d’Europa dal 2010, quando l’Inter di José Mourinho trionfò sul Bayern di Louis van Gaal. Oggi, Mou è diventato un allenatore fallito, e la Serie A un campionato che i tifosi non guardano e da cui le stelle cercano di fuggire. Khvisha Kvaratskhelia ha scelto la prima via d’uscita che gli si è presentata quest’inverno, quando il Napoli era in testa alla classifica e aveva l’opportunità di vincere un secondo scudetto. L’Italia non aveva più argomenti per fermarlo“. Ovviamente a So Foot non si lasciano sfiorare dall’ipotesi che Kvara abbia scelto il Psg per vincere la Champions, mica il campionato francese…

Negli ultimi mesi – continua – “sono stati scaricati anche Joshua Zirkzee, Dean Huijsen, Olivier Giroud, Victor Osimhen, Riccardo Calafiori, Ciro Immobile, Houssem Aouar, Enzo Le Fée e Nemanja Radonjić. Simbolicamente, Valentin Carboni e Ismaël Bennacer hanno preferito andarsene per Marsiglia piuttosto che restare nello Stivale. Possiamo facilmente capire perché. Al contrario, la Serie A si ritrova ad accogliere giocatori in prepensionamento come Kyle Walker o pacchi come João Félix . Il campionato è così disperato che si getta sul peso morto della Ligue 1 – ciao Vitinha – e continua a credere che Mario Balotelli possa ancora giocare ai massimi livelli…“.

Dal 2020, Francia e Italia hanno raggiunto lo stesso numero di finali di Champions League, due ciascuna. La Ligue 1, tuttavia, supera la vicina quando l’attenzione si allarga al numero di semifinali (cinque nelle ultime sei edizioni, contro le tre della Serie A). L’indice Uefa non è altro che un miraggio: l’Italia non appartiene più ai Big Four, dove la Francia ora marcia accanto a Inghilterra, Spagna e Germania. Un campionato che fa sembrare Mateo Retegui (25 gol) e Moise Kean (19) dei crack crepe non può oggettivamente pretendere di reggere il confronto“.

L’attacco prosegue sul merito statistico, e sulle infrastrutture decadenti. E conclude: “In cerca di dignità, l’Italia farebbe bene a dare più importanza ai giocatori tecnici e a imparare a valorizzare il proprio campionato”.

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