La lectio di De Laurentiis sul giornalismo è la foto dei nuovi padrini del calcio: macchiette&potere (Francesco Merlo)

La rubrica delle lettere di Repubblica. “Non c'entra Napoli, anzi la scenetta umilia e tradisce tutta Napoli. La città con la sua nobiltà protegge la corazza cafonal”

De Laurentiis

Mg Napoli 23/05/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Cagliari / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

Francesco Merlo, nella sua rubrica delle lettere su Repubblica, si occupa di Aurelio De Laurentiis e della sua risposta al giornalista abruzzese.

Ecco la lettera e la risposta dell’editorialista di Repubblica.

Caro Francesco, dai un’occhiata al video che ti allego, dove l’inviato del Centro e di Rete 8, Daniele Cristofani, è stato “redarguito” dal presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis con una lezione di giornalismo e di vita, espressa con il turpiloquio e impreziosita da toccamenti. Secondo te, lo scudetto gli ha dato alla testa?
Domenico Ranieri, Il Centro Pescara

La risposta di Francesco Merlo su De Laurentiis e il giornalismo che porta sfiga

Ho visto il video e lo trascrivo. Senza aver subito alcuna provocazione, il presidente del Napoli De Laurentiis, con accanto il compiacente ma imbarazzato presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, chiede al cronista: “Posso farle io una domanda? Quanti anni ha lei?”. Risposta: “25”.

E parte la lectio magistralis: “Lei, a 25 anni, perché appartiene a quei rompicoglioni di televisioni stantie e vecchie che devono sempre parlare delle cose che non funzionano, invece di quelle cose che in Italia possono funzionare? Se l’Italia va male è anche per colpa vostra. Io quando la sera ceno e vedo un ‘Telegiornale della disgrazia’, io mi tocco le palle. Ma non si può rompere i coglioni agli italiani facendo dei telegiornali pieni di cattive notizie. Voi dovete essere quelli ottimisti. Se non lo siete voi che siete giovani, ma chi cazzo lo deve essere?”.

Il bravissimo Daniele Cristofani, cronista lucido e gentile, replica: “Noi portiamo notizie, ecco. Che siano buone o cattive, quello dipende da cosa succede”. E De Laurentiis: “Eh no, facendo così, voi portate sfiga, e uno si tocca i coglioni”; e, prima di andarsene, si tocca.

Che dire? Non è abbastanza per indignarsi. L’errore da evitare è attribuire questa pittoresca filosofia morale allo stereotipo della Napoli dei lazzari, ricchi ma poveracci, e al rione Sanità, e al don Antonio di Eduardo che “rendeva il mondo meno rotondo e più quadrato” e che ha ispirato il don Vito Corleone di Coppola. È vero il contrario: la scenetta umilia e tradisce tutta Napoli. I padrini del calcio — macchiette&potere — sono infatti un’antropologia italiana. E qui la nobiltà di Napoli e la bella avventura del suo scudetto sono indossati come una corazza che protegge il cafonal nazionale.

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