Il padre lo dopava a sua insaputa, la terribile storia di Muis ex enfant prodige del ciclismo olandese

Marca racconta la sua storia. A 17 anni era un grande talento. Poi, è cominciata una spirale infernale: squalifica, azzardo, droghe e una rapina. Oggi ha 27 anni e rischia 4 anni di carcere

Image taken with a mobile phone shows an ASO staff member standing at the entrance of the anti-doping control zone near the finish line at the end of the 173 km thirteenth stage of the 100th edition of the Tour de France cycling race on July 12, 2013 between Tours and Saint-Amand-Montrond, central France. AFP PHOTO / JOEL SAGET (Photo by JOEL SAGET / AFP)

A 17 anni Jesse Muis era uno dei talenti più promettenti del ciclismo olandese. Per gli esperti era un potenziale big internazionale. Oggi ha 27 anni e la sua storia (raccontata da Marca) è finita malissimo.

Tutto è cominciato quando nel 2015 Muis è stato squalificato per doping dopo che è stata rilevata la presenza di nandrolone nel suo organismo. Si è scoperto che era il padre, Theo Muis, ex ciclista professionista, a doparlo a sua insaputa, senza il suo consenso. Papà Muis è stato squalificato a vita, il ragazzo per quattro anni. Quella che ne è seguita è una spirale inarrestabile.

“Sprofondato nella delusione e nel rifiuto del suo ambiente, Jesse si dà al gioco d’azzardo – racconta Marca – accumula debiti impossibili da pagare e si rivolge ad antidolorifici e droghe sintetiche. Ossicodone, anfetamine e Ghb. Nel 2024 tenta il suicidio. Fallisce, ma non trova una via d’uscita”.

Marca racconta la terribile storia di Muis

“Con debiti superiori a 100.000 euro, Jesse rapina una gioielleria nella cittadina di Hardinxveld-Giessendam. Entra armato, minaccia di sparare e punta una pistola alla testa di un dipendente. Il caos si conclude con un colpo d’arma da fuoco a terra e l’intervento dei dipendenti, che lo picchiano e lo fanno arrestare”.

L’accusa chiede una pena detentiva di quattro anni, con la possibilità che uno di quegli anni venga sospeso se accetta di sottoporsi a programmi di disintossicazione e assistenza finanziaria. La difesa ha chiede clemenza. Il verdetto sarà annunciato il 27 giugno prossimo.

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