Galeone: «Allegri aveva un accordo con il Napoli, prima che Conte decidesse di rimanere»

Al Messaggero Veneto: «Ha aspettato l'Inter fino all'ultimo, strano che Marotta non l'abbia voluto. Da sei mesi Inzaghi si era promesso agli arabi»

Galeone Petrucci

Db Milano 07/02/2013 - final eight coppa Italia di basket / Cimberio Varese-EA7 Milano / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianni Petrucci-Massimiliano Allegri-Giovanni Galeone

L’ex allenatore Giovanni Galeone, in un’intervista al Messaggero Veneto, ha parlato dell’arrivo di Max Allegri al Milan e ha criticato la gestione di Beppe Marotta per un mancato arrivo del tecnico in nerazzurro.

Galeone: «Allegri ha aspettato l’Inter fino all’ultimo, strano che Marotta non l’abbia voluto»

«Penso che Allegri abbia aspettato fino all’ultimo una chiamata dell’Inter. Aveva un accordo con il Napoli, prima che Conte decidesse di rimanere. Strano che Marotta, che aveva avuto Allegri alla Juve, non lo abbia preso. Con tutto il rispetto per Chivu, un club che ha giocato due finali di Champions nelle ultime tre stagioni non può prendere un tecnico con 13 presenze in Serie A. Mi auguro che ad Allegri stavolta gli vada meglio e che possa vincere lo scudetto al primo tentativo come nella sua precedente avventura in rossonero. E non è detto che non ci riesca. L’ho sentito molto contento e carico. E secondo me Tare gli sta costruendo una buona squadra.»

Su Simone Inzaghi approdato all’Al Hilal invece:

«Per quanto ne so io è da sei mesi che Inzaghi si era promesso al club arabo».

Non ha criticato gli arrivi di due veterani come De Bruyne e Modric (quest’ultimo deve ancora firmare col Milan) in Italia:

«Se ha senso puntare su giocatori non più giovanissimi? Sì, perché il nostro calcio è rimasto indietro e abbiamo bisogno di riportare da noi giocatori di livello europeo. Ma avete visto Spagna-Portogallo? Sembra un altro sport rispetto a quello che si gioca da noi.»

Sull’esonero di Spalletti e la scelta dell’Italia di puntare su Gattuso:

«Spalletti è il meno colpevole di tutti. È l’organizzazione del sistema che non funziona. Non esistono più i settori giovanili, mancano gli insegnanti di calcio, si punta subito tutto sulla tattica. Abbiamo svenduto il nostro calcio e ne stiamo pagando le conseguenze. Io avrei ripreso Mancini. È vero che si è lasciato malissimo, ma era l’unico allenatore italiano pronto. Oppure se si fosse puntato su uno stranieri avrei preso Rafa Benitez, un profondo conoscitore del calcio e dei calciatori. Il top sarebbe stato Ancelotti».

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