Ferrero: «Più Sinner alza il livello più Alcaraz si esalta, il meglio non l’avete ancora visto»

Il coach dello spagnolo al Paìs: "Quando Jannik gioca con un livello di costanza stratosferico Carlos se ne accorge e si entusiasma. I due si alimentano a vicenda"

alcaraz Wilander

Spain's Carlos Alcaraz celebrates after winning his men's singles semi final match against Italy's Jannik Sinner on Court Philippe-Chatrier on day thirteen of the French Open tennis tournament at the Roland Garros Complex in Paris on June 7, 2024. (Photo by Bertrand GUAY / AFP)

Dice Ferrero che di Alcaraz non abbiamo ancora visto tutto. Un avvertimento in chiave Sinner, ancor più che in chiave Musetti: nella linea del destino – Djokovic permettendo – sono i suoi avversari in semifinale ed eventuale finale al Roland Garros.

“Voglio chiarire una cosa – dice il suo coach al Paìs – Carlos è al livello di ieri, ma è molto difficile dimostrarlo in ogni partita. Sappiamo che quando gioca in attacco, quando gioca con coraggio, quando gioca senza paura, è un giocatore con un potenziale che non credo abbiamo ancora visto“.

“Ma bisogna anche tenere conto delle pressioni, delle tensioni, delle paure, delle difficoltà, degli altri giocatori, di quei tornei che si vogliono vincere più di altri… E anche tutti questi fattori giocano un ruolo. Siamo chiari sul fatto che quando Carlos gioca in attacco senza pressione, è davvero eccezionale. Ma il lavoro c’è, e spero che possa sempre giocare a questo livello, anche se non sarà sempre così; non è facile”.

Ferrero dice che Alcaraz è evoluto nella sua “reazione ai problemi” e ritiene che prima fosse “un po’ più emotivo”. “Ora”, specifica, “fa ancora qualche capriccio”, ma nel complesso, “gestisce molto meglio queste battute d’arresto in campo”.

“Deve lavorare sulla costanza, ed è su questo che stiamo lavorando. Il fatto è che quando colpisci la palla così forte, è difficile mantenerla, perché ieri ha colpito praticamente tutto, ma altri giorni commette qualche errore e commette 30 errori non forzati e non sarà altrettanto brillante, ma l’impegno c’è. Vogliamo che faccia questo passo avanti, anche sulla terra battuta, ma bisogna anche tenere conto del profilo dell’avversario che si affronta, e forse non bisognerebbe essere così diretti”.

“Carlos è sulla strada di concentrarsi di più su se stesso, e non tanto sugli altri. Di cercare davvero il suo livello più alto. Perfezione? Non credo si possa dire, perché nessuno è perfetto, ma è vero che si sta avvicinando a un livello che, diciamo, si vede raramente nel tour. È vero che quando Jannik gioca con un livello di costanza stratosferico, come ha dimostrato in questi ultimi due tornei,  Carlos se ne accorge e si entusiasma, e cerca di alzare ancora di più il suo livello. Penso che i due si alimentino a vicenda, soprattutto quando giocano l’uno contro l’altro. È positivo che Jannik giochi così, perché spinge tutti gli altri ad alzare il livello, non solo Carlos”.

L’ha detto anche il diretto interessato.

“Già due anni fa dicevamo che se Jannik avesse continuato così, sarebbe potuto diventare il numero uno, e alla fine ci è riuscito. È stato molto costante, e penso che questo aiuti Carlos a continuare a lavorare sodo ogni giorno per rimanere al suo livello e avere la possibilità di batterlo quando gioca contro di lui”.

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