Fabregas dice no all’Inter: «Credo nel progetto Como» (Repubblica)
«Serve sempre un processo, che a Como puoi fare. Nei top team è molto difficile perché lì i club e i tifosi vogliono vincere subito»

Chelsea's Italian head coach Antonio Conte (L) embraces Chelsea's Spanish midfielder Cesc Fabregas (R) at the end of the English Premier League football match between Chelsea and Watford at Stamford Bridge in London on May 15, 2017. (Photo by Ben STANSALL / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 75 images, no video emulation. No use in betting, games or single club/league/player publications. /
Dopo le parole di Mirwan Suwarso, presidente del Como, arrivano anche quelle del diretto interessato, Cesc Fabregas, a distruggere i sogni dell’Inter. Dopo l’addio di Simone Inzaghi, destinazione Arabia, il tecnico spagnolo era la prima scelta dell’Inter, ma ha deciso di restare al Como.
Dopo il no del presidente che ha parlato dell’importanza del tecnico nel progetto Como, Fabregas, secondo quanto riporta Repubblica, ha precisato: «Ho iniziato con questo club perché pensavo a un progetto a lungo termine. Non voglio finire la mia carriera in un club dove c’è un progetto per uno o due anni, e poi termina tutto. Credo molto nel progetto a lungo termine del Como, sono arrivato qui da giocatore e sono molto, molto felice perché qui posso lavorare nel modo che voglio. Abbiamo gli stessi obiettivi e la stessa ambizione. Il presidente mi permette di lavorare come voglio, nel modo in cui vedo le cose. Fortunatamente condividiamo la stessa visione, lo stesso obiettivo, che è arrivare il più in alto possibile. Insieme siamo diventati davvero una buona squadra, in una piccola città, in un piccolo club — perché siamo ancora un piccolo club — ma con grandi, grandissime ambizioni per il futuro».
Fabregas continua: «Serve sempre un processo, che a Como puoi fare. Nei top team è molto difficile perché lì i club e i tifosi vogliono vincere subito. Certo, anche io penso a vincere. Ma anche, o forse soprattutto, a come voglio perdere. Non rinuncio mai ai miei principi. Se devo perdere, perdo con la mia idea, con il mio stile, con il mio modello, con le mie convinzioni. Odio — ed è successo — quando ho preso una decisione un po’ più difensiva, che non sentivo mia. Abbiamo perso quella partita, e sono tornato a casa distrutto. Mi sono detto: “Mai più, mai più.” Preferisco perdere 3-0, ma almeno ci abbiamo provato con le nostre idee, con la nostra identità, con chi siamo: Como, 1907. Questo è ciò che conta davvero».
Fabregas ripercorre tutta la sua carriera a Como, dove vuole rimanere: «Fondamentalmente siamo partiti da zero. Non c’era nemmeno un campo di allenamento. Non c’era nulla. Anche quando sono arrivato, due o tre anni fa, come giocatore, mi dicevano il lunedì sera: “Ehi, domani ci alleniamo qui.” Il martedì sera non cenavo con i miei figli, perché poi dicevano: “Ehi, mercoledì ci alleniamo lì.” Il cambiamento è stato enorme. E per questo motivo, direi che sì, stiamo migliorando come club. Abbiamo idee molto più chiare, e anche in campo, un’identità precisa».