Cuesta è la risposta del Parma yankee all’anziana Serie A (può allenare solo perché non è italiano)
Ha 29 anni, per prendere il patentino in Italia ne servono 32. Arteta l'ha lanciato all'Arsenal. In molti lo paragonano già a Mourinho

Screenshot da Youtube
Lo spagnolo, di Maiorca, Carlos Cuesta sarà il nuovo allenatore del Parma. Non solo, batterà anche il record come tecnico più giovane della Serie A (29 anni) in un Paese dove si fa ancora affidamento sugli Edin Dzeko e Marko Arnautovic piuttosto che promuovere i talenti dal campionato Primavera, oppure investire sui giovani europei. Lo scorso anno è stato collaboratore di Arteta allenatore dell’Arsenal.
Scoppia la baby-mania delle panchine in Serie A: Carlos Cuesta è il nuovo tecnico del Parma
Il Giornale scrive:
Nel campionato più refrattario a valorizzare i giovani calciatori, scoppia improvvisamente la baby-mania delle panchine. Nonostante la presenza dei Sarri e dei Gasperini, signori già pronti per la pensione, persino con la legge Fornero, l’età media dei tecnici si sta abbassando: sull’onda dei Pisacane (39 anni, neotecnico del Cagliari) e dei Fabregas (il 38enne condottiero del Como), è il Parma ad osare più di tutti, facendo addirittura un ulteriore salto generazionale. Dal prossimo campionato sulla panchina emiliana ci sarà infatti Carlos Cuesta, sconosciuto tecnico maiorchino che sulla carta d’identità fa segnare addirittura 29 anni. Un vero record che pone Cuesta come il tecnico più giovane dell’intera storia della serie A. Un allenatore voluto dall’ad del Parma Cherubini che già lo aveva avuto alle sue dipendenze nelle giovanili della Juve. Perché Cuesta, nonostante la giovanissima età, è un tecnico con un lungo curriculum, dopo aver smesso di giocare praticamente ai tempi del settore giovanile. Poi tanta voglia di farsi strada che l’ha portato in vari club europei, a partire dall’Atletico Madrid per finire all’Arsenal.
Proprio queste sue esperienze gli hanno aperto le porte del Parma che l’ha strappato a Leicester e Norwich. Adesso bisogna vedere come se la caverà nella gestione di giocatori che sono più anziani di lui. Fenomeno assolutamente in controtendenza in un ambiente come il calcio italiano in cui invece non si ha il coraggio di buttare nella mischia i baby calciatori. Ormai per un nostro giovane si è capito che è meglio emigrare all’estero, piuttosto che attendere un posto fisso in Serie A. Basta scorrere l’elenco dei convocati nella Under 21 agli Europei per imbattersi, in gran parte, in semisconosciuti, cosa che ai tempi degli azzurrini di Vicini, Maldini o Tardelli non avveniva di certo.
Il quotidiano Repubblica fa un focus sulla personalità del tecnico e come è arrivato nel calcio d’elite:
Chi lo conosce, dice che è un genio. Fosse stato italiano, non avrebbe potuto essere tesserato come primo allenatore (devi aver compiuto 32 anni). Ma in Spagna non ci sono limiti d’età ed è lì che ha conseguito la sua licenza. Per il suo percorso, alcuni lo paragonano a Mourinho. Si è trasferito a Madrid per frequentare l’università, facoltà di Scienze Motorie, mentre tartassava di messaggi gli allenatori delle squadre giovanili di Atletico e Real Madrid; l’Atletico, poi, lo chiamò come assistente. Nel 2017 conosce Arteta (all’epoca vice di Guardiola); sarà lui poi a chiamarlo nel suo staff nel 2020 dopo una tappa alla Juventus Under 17.
Non mancano le critiche o quantomeno lo scetticismo, come ricorda la Gazzetta dello Sport:
È inutile negare che la scelta di Krause ha suscitato parecchie perplessità tra i tifosi che, proprio oggi, cominceranno a sottoscrivere gli abbonamenti. Si aspettavano un nome “pesante”, non una scommessa. Il timore è che la mancanza di esperienza di Cuesta possa rappresentare un rischio. Krause e i suoi collaboratori avranno di sicuro valutato anche questo aspetto, prima di puntare sullo spagnolo. L’obiettivo del club è quello di insistere con la politica dei giovani, farli crescere, lanciarli e creare in questo modo plusvalenze da inserire nel bilancio, e per questa ragione Cuesta sembra perfetto.