Cos’è successo tra Sinner e Panichi? Nessuno lo sa, Repubblica scrive che è uno scazzo recente

Chi parla di eccessivo protagonismo, chi di clima che si era deteriorato. Panichi è stimatissimo nel circuito, parlerà a tempo debito

Panichi è alla destra di Vagnozzi (che è alla destra di Sinner); alla destra di Panichi c'è Badio. Italy's Jannik Sinner (4thR) poses with members of his staff, Darren Cahill (3edR), Australian tennis coach, Marco Panichi (3rdL), fitness coach, after winning the final against USA's Taylor Fritz at the ATP Finals tennis tournament in Turin on November 17, 2024. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

Cos’è successo tra Sinner e Panichi? Nessuno lo sa, Repubblica scrive che è uno scazzo recente.

Che cosa ha portato Jannik Sinner a cambiare un’altra volta, dopo appena dieci mesi, preparatore e fisioterapista (i primi due – Umberto Ferrara e Giacomo Naldi – erano stati i protagonisti della storia di doping e quindi spediti a casa)? Nessuno lo sa. Questo deduciamo dalla lettura dei quotidiani, con tanti giornalisti da sempre informati e che seguono il tennis da decenni. Si procede a tentoni. L’unica certezza è che si è interrotto il rapporto di lavoro con Marco Panichi (preparatore atletico stimatissimo, che ha lavorato a lungo con Djokovic) e il fisioterapista argentino Ulises Badio. La rottura dovrebbe essere avvenuta con Panichi, ma Badio – che da sempre lavora col professionista romani – ha deciso di seguirlo.

Cominciamo da Tuttosport e da Daniele Azzolini una autorità nel giornalismo tennistico. Azzolini scrive chiaro e tondo:

Se Sinner ha deciso un passo del genere, deve essere accaduto qualcosa di estremamente grave ai suoi occhi. Ma che cosa nessuno lo sa. Si va per ipotesi, brancolando tra le ombre dei “se” e dei “ma”. Manca l’uffi cialità, anche se la notizia appare vera, visto che di Panichi e Badio a Wimbledon non c’è traccia.

Aggiunge Azzolini a proposito dei due professionisti:

Godono di un’altissima considerazione nel mondo del tennis (e di certo non avranno problemi a ricollocarsi), e hanno accompagnato Sinner nel bel finale di stagione dell’anno scorso, fino alla vittoria australiana dello scorso gennaio.

Scrive Repubblica con Massimo Calandri:

Qualcuno tira in ballo una intervista di Panichi rilasciata durante un evento commerciale. Ma è accaduto quasi tre mesi fa: vale davvero la pena tornarci sopra, alla vigilia di Wimbledon? No. È accaduto qualcos’altro. Poco fa. Anche perché fino a 48 ore prima, lo stesso Panichi aveva confermato ufficialmente la sua presenza a un evento all’ambasciata a Londra dov’era invitato ieri. Quale sia la verità, sulla serenità della «famiglia» si è allungata un’ombra. (…) Jannik è in gran forma. Ma da ieri è anche un po’ più solo. 

Il clan Sinner ha regole rigide, eppure Panichi è un professionista stimatissimo

Il Corriere della Sera con Gaia Piccardi che segue il tennis da distanza ravvicinatissima, scrive che qualcuno nel team Sinner potrebbe aver parlato troppo:

Può essere, insomma, in questo snodo che ci lascia a bocca aperta perché non è normale — proprio no —, privarsi di preparatore atletico (Marco Panichi) e fisioterapista (Ulises Badio) alla vigilia del torneo più importante della stagione, Wimbledon, che la coppia di professionisti che Jannik Sinner allontana all’improvviso in questo delicatissimo momento della stagione paghi una serie di malcontenti accumulati nel corso della collaborazione, iniziata nel settembre 2024 per rimpiazzare Umberto Ferrara e Giacomo Naldi, implicati nel caso Clostebol. Panichi in particolare, romano e romanista esuberante, ex saltatore in lungo, prezioso collaboratore di Djokovic negli anni della maturità e ottimo divulgatore quando si tratta di spiegare le dinamiche dell’allenamento di un fuoriclasse, per sua natura è più volte evaso dalle regole di un team in cui si parla solo se autorizzati, si compare accanto al campione e mai davanti, si collabora alla pari e mai da primadonna. (…) Qualcuno del team Sinner ha parlato troppo, negli ultimi nove mesi, on the records e nei fuorionda tv. E quel qualcuno non sono i due coach, Simone Vagnozzi e Darren Cahill.

Su La Stampa Stefano Semeraro fa riferimento a un clima che negli ultimi tempi era cambiato::

«Parlerò quando ci sarà l’ufficialità», fa sapere Marco Panichi, che a quanto riferiscono fonti sicure non si aspettava la tempesta e non l’ha vista arrivare. Chi parla di divergenze sulla programmazione, chi di una tendenza di Panichi ad “allargare” il proprio ruolo – ma sorprenderebbe, in un professionista della sua esperienza – o meglio di un eccesso di protagonismo, di qualche parola di troppo regalata alla stampa poco gradita dal suo cerchio magico, anche se sempre in linea con la (rigida) dottrina Sinner. Non è azzardato pensare che la bruciante sconfitta di Parigi contro Alcaraz, anche se giunta dopo una prova di grande resistenza fisica (5 ore e mezzo di battaglia) abbia rilasciato lasciato tossine psicologiche più difficili da smaltire del previsto. Scatenando la voglia di fare “piazza pulita”, di ripartire da capo come Jannik ci ha abituati sia dai tempi del divorzio, altrettanto brutale, da Riccardo Piatti e il team fisico di allora composto da Claudio Zimaglia e Dalibor Sirola (entrambi oggi a fianco di Djokovic). Anche allora, come a Parigi, in campo erano volate battutine acide, e prima di ingaggiare Ferrara, Sinner aveva comunque provato due preparatori: se non è convinto, la Volpe preferisce troncare in fretta i rapporti e trovare nuovi professionisti. 

Federica Cocchi Per La Gazzetta dello Sport scrive:

Sinner, che ha fatto della riservatezza il segno distintivo della sua carriera, non avrebbe gradito un eccesso di visibilità dei suoi compagni di team. Jannik era soddisfatto del lavoro svolto con il duo italo-argentino, e lo ha confermato anche dopo la finale del
Roland Garros, dove è rimasto in campo per cinque ore e mezzo senza aver sofferto dal punto di vista fisico. Come accade spesso
nelle relazioni, la convivenza è diventata pian piano insostenibile e proprio la dolorosissima sconfitta di Parigi avrebbe fatto saltare il tappo. Il timing forse non è stato dei più azzeccati, con uno Slam su cui il numero 1 al mondo punta molto per riprendersi dopo la batosta francese. Evidentemente la situazione era arrivata a un punto di non ritorno. 

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