Toni Nadal: «Prima di Rafa, i francesi odiavano gli spagnoli. Mai visto così tanto amore»
Sul Paìs: "Nessun atleta ha mai ricevuto così tanto riconoscimento e affetto da un paese straniero"

Spain's Rafael Nadal returns the ball to Italy's Flavio Cobolli during the ATP Barcelona Open "Conde de Godo" tennis tournament singles match at the Real Club de Tenis in Barcelona, on April 16, 2024. (Photo by Pau Barrena / AFP)
Toni Nadal: «Prima di Rafa, i francesi odiavano gli spagnoli. Mai visto così tanto amore»
Lo zio Toni era ovviamente sugli spalti del Philippe Chatrier, a rendere omaggio al nipote. Il tributo del Roland Garros a Rafa Nadal è stato da brividi. Rafa gli ha dedicato una buona parte del discorso, a quello zio-coach che lo ha “portato al limite”. E lui ne scrive sulla sua rubrica su El Paìs. Un ringraziamento alla Francia.
“Il fatto che avesse vinto così tante volte e che fosse quasi sempre il favorito significava che ogni eliminazione vanificava il raggiungimento di qualcosa che avevo quasi considerato suo. Ricordo ancora con amarezza la sconfitta agli ottavi di finale del 2009 contro Robin Söderling; penso che questo in particolare abbia segnato la svolta tra il pubblico parigino e mio nipote. Da quell’incontro in poi, in cui i tifosi centrali si schierarono in modo deciso e quasi sgarbato dalla parte del rivale, ho iniziato gradualmente a notare un cambiamento nel loro atteggiamento. Anno dopo anno, il suo gioco, il suo impegno e il suo stile di combattimento hanno guadagnato seguaci e abbiamo notato come la sua iniziale riluttanza si sia trasformata in sostegno, calore e ammirazione, culminando nel 2017 con la sua decima vittoria e la più grande ovazione che abbia mai visto su un campo da tennis. E questa ammirazione non si diffuse solo tra gli assidui frequentatori del torneo parigino, ma anche nelle strade di Parigi e nelle istituzioni francesi”.
“Per molti anni noi spagnoli abbiamo pensato che i francesi nutrissero un certo odio sportivo nei nostri confronti e non apprezzassero le nostre vittorie, ma credo sia giusto riconoscere che nessun atleta ha mai ricevuto così tanto riconoscimento e affetto da un paese straniero”.