ilNapolista

Conte sul futuro cita Califano: «tutto il resto è noia, i tifosi non mi chiedono questo. Oggi manca la resilienza»

In conferenza: «Mi chiedono se vinciamo. Lobotka si è allenato, non vorrei farne a meno. Dalla prossima si gioca in contemporanea, meglio così»

Conte sul futuro cita Califano: «tutto il resto è noia, i tifosi non mi chiedono questo. Oggi manca la resilienza»
Cm Bergamo 18/01/2025 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Napoli / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Antonio Conte

Domani sera si gioca Napoli-Genoa, appuntamento alle ore 20:45. Oggi, alla vigilia del match, la conferenza del tecnico azzurro Antonio Conte alle ore 14:30. Contro il Genoa è probabile la conferma del 4-4-2 con Olivera centrale insieme a Rrahmani. In attacco la coppia Lukaku-Raspadori con McTominay esterno. In forte dubbio Lobotka e Neres.

Leggi anche: Juventus, ai piani alti c’è il sogno di riportare “a casa” Antonio Conte (Gazzetta)

Conte: «Dalla prossima si gioca in contemporanea, meglio così»

Per queste ultime tre partite quali sono le parole d’ordine?

«Dobbiamo cercare di finire il lavoro. Mancano tre partite, il lavoro va finito. In base a quello che è stato detto a giungo. Dobbiamo continuare a lavorare in maniera serie come abbiamo fatto fino ad adesso».

Che sensazioni, vivendo la gente, la città?

«Questa settimana sono stato più a casa. Per vari motivo. Ho avuto tempo di frequentare la città e testarne il polso. Sto trovando grande responsabilità da parte del tifoso. Il tifoso sicuramente sogna, come noi, qualcosa di importante. Sto trovando molta maturità. Almeno personalmente. Trovo la gente che dice la cosa più bella: “grazie”. Significa che il lavoro che stiamo facendo, è apprezzato. Questa è la soddisfazione massima che possiamo avere».

Le condizioni di Lobotka, Neres e Buongiorno:

«Per Lobotka, ieri è rientrato in gruppo. Si è allenato anche oggi Abbiamo anche domani mattina come test di rifinitura. Lobotka è importante, ha anche l’esperienza, la maturità che lo collocano ad essere un centrocampista molto forte. Sicuramente non vorrei farne a meno. Neres ieri è tornato ad allenarsi parzialmente con noi, oggi ha fatto allenamento. Penso che possa essere convocato e venire in panchina anche per assaggiare di nuovo un po’ l’atmosfera. Già averlo visto con noi è stato importante. Buongiorno non ha ancora ripreso a fare attività. Questa settimana potrebbe iniziare a lavorare ma c’è più difficoltà, così come di Juan Jesus che muore dalla voglia di ritornare. Apprezzo tanto questa voglia che hanno tutti di recuperare prima possibile».

Resta o no la prossima stagione?

«In questo momento il tifoso non mi fa questa domanda. Può non interessare la risposta. La domanda che mi fa il tifoso, oltre a “grazie” è “lo vinciamo” e io rispondo “ci proveremo, con tutte le nostre forze”. Questa è la domanda che mi fanno tutti e questa è la mia risposta. Il resto è noia. Esatto, Franco Califano».

Giocare dopo l’Inter può aumentare la pressione?

«La pressione a prescindere ci sarà, dovremmo essere bravi ad indirizzarla nella maniera positiva affinché sia un aiuto a stare concentrati. Ad avere grande voglia, motivazione e desiderio. Le prossime due partite giocheremo in contemporanea ed è meglio. Giocare prima o dopo… noi sappiamo che non cambierà niente, noi dobbiamo pensare al nostro e cercare di fare quello che dobbiamo fare. Andiamo a incontrare una formazione che ha reso difficile la vita a tanti. L’ultima partita l’ho anche vista, contro il Milan. Verranno a Napoli a giocarsi la partita cercando di fare bella figura e cercare di dare fastidio come è giusto che sia. Noi siamo preparati a questo».

Le caratteristiche che possono dare fastidio al Napoli?

«Ricordo l’andata. L’ho rivista e l’abbiamo analizzata. Ripeto è una gara, come saranno le altre due, difficile perché  comunque noi ci giochiamo la vita a livello sportivo. Loro vorranno fare bella figura. Ci sarà un ambiente bello caldo, ma non ho mai visto nessuno che depone le armi prima di giocare le partite, tantomeno contro il Napoli in questo momento».

All’andata miglior primo tempo, lei si arrabbiò per il secondo tempo. Anche altre volte è capitato:

«Ci sono stato dei secondi tempi, dove magari hai sofferto un po’ di più. A volte è una percezione. Rivedendo la partita, è anche la paura che magari ci possano pareggiare. Detto questo, ci sono state partite dove abbiamo fatto dei secondi tempi importanti che hanno cambiato la storia della partita, penso al secondo tempo contro la Juventus, contro l’Inter. A Lecce abbiamo vinto 1-0 ma sono stati comunque annullati due gol. Però ripeto… fa parte anche di un percorso di crescita di un gruppo di ragazzi che si è trovato in testa alla classifica per tante giornate. Non siamo partiti come favoriti da tutti, siamo partiti per dare fastidio. Non dimentichiamolo, quando ora soffriamo magari ci ricorda anche l’anno scorso, quando si è sofferto veramente».

Come si evita il “braccino del tennista”?

«Questa è una domanda che sento dalle ultime dieci partite. Bisogna giocare tre finali prendendole una per una e cercando attraverso il lavoro di vincere la partita in campo. Sicuramente la pressione c’è, si parla anche di stress, due tipi quello positivo e quello negativo. Noi dobbiamo essere bravi a continuare il nostro lavoro. Se gli altri saranno più bravi di noi, complimenti».

Cosa ha funzionato di più nel Napoli tra testa, cuore e gambe (citando il libro di Conte)?

«Ripeto spesso questo mantra, soprattutto nei momenti di difficoltà. Tutto dipende e parte dalla testa, poi quello che ci chiedono i tifosi, il cuore per sudare la maglia. Poi ci sono le gambe che vanno allenate. Però… quello che muove tutto è la testa perché tutto parte da lì. Quello che mi piacerebbe aggiungere, una cosa che pian piano si sta perdendo, anche nella crescita dei giovani, è la resilienza. Essere pronti a sopportare la fatica, l’ostacolo, a cercare di superarlo. Spesso, appena arriva l’ostacolo si molla. Mi piacerebbe aggiungere questa parole».

ilnapolista © riproduzione riservata