Al belga non viene perdonato nulla, lui e Conte sono come padre e figlio. Tra i fidati ci sono anche Di Lorenzo, che stava per andare via in estate; Anguissa; il duttile Olivera; il “computer” Rrahmani.

Il Napoli è 3 punti sopra l’Inter, a un passo dal vincere il quarto scudetto. Ma mancano ancora tre partite. Tra i calciatori che si sono distinti quest’anno ci sono Romelu Lukaku e Scott McTominay, che la Gazzetta dello Sport chiama “i due contiani per eccellenza”.
Lukaku e McTominay dovranno caricarsi il Napoli sulle spalle
Scrive Vincenzo D’Angelo nell’edizione odierna del quotidiano:
Un vantaggio minimo sull’Inter ma importante, che ora i soldati di Conte dovranno mantenere invariato nelle prossime tre battaglie. E allora i primi della truppa che dovranno caricarsi i compagni sulle spalle sono i due contiani per eccellenza: Romelu Lukaku e Scott McTominay. Lukaku sapeva bene sin dal principio che tipo di stagione avrebbe vissuto. Lui e Antonio sono come padre e figlio (sportivamente parlando) ed è chiaro che il tecnico da Romelu si aspetta sempre qualcosa in più. Non gli viene perdonato nulla, proprio perché deve essere lui il primo a dare l’esempio. E McTominay ha capito presto il valore del suo allenatore, il cui pensiero di sposa perfettamente col suo modo di intendere il calcio e la vita.
Lukaku e McTominay sono gli uomini in vetrina, per diversi motivi. Romelu è in doppia doppia (12 gol e 10 assist, solo Salah meglio in Europa), Scott ha già stabilito il suo record di reti in un campionato (11). Conte ha fatto ancora una volta centro, ma non solo con le due stelle della squadra. Tra i soldati fidati c’è Giovanni Di Lorenzo, il capitano che era pronto a salutare prima dell’arrivo di Antonio. È tornato sui livelli dello scudetto, ma ha scoperto la bellezza della duttilità. Da terzino o da centrale a tre, si può essere determinanti sempre e in entrambe le fasi. Come Anguissa, uomo ovunque e ora pure goleador, o come sta facendo Olivera, a Lecce improvvisato difensore centrale, con risultati eccellenti. Rrahmani, poi, è l’ultimo capolavoro: Conte lo ha definito un computer, uno che impara subito ogni cosa nuova gli venga proposta.