Le penultime lettere di Mario Rui / A Napoli-Cagliari ero nel gabbiotto di Conte
Ero nascosto dietro ad altre persone. Facevo finta di niente e lo osservavo, ogni tanto si voltava come per dire: ma questo chi cazzo è?

Mg Bologna 07/04/2025 - campionato di calcio serie A / Bologna-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Antonio Conte
Le penultime lettere di Mario Rui n. 8
Caro Luigi, grazie. Ho ricevuto le foto della tabaccheria più azzurra che mai, e grazie anche per il resto, niente è più azzurro di Materdei azzurra. Ma prima di parlare della gioia, della felicità, devo parlarti di tuo figlio. Sì, ancora lui. Finisce la partita e mi scrive se sono contento – figuriamoci, stavo saltando come un pazzo – e poi, tutto contrito, di scusarlo. In pratica, Pasquale, sostiene, che i vari messaggi negativi con cui ha inondato tutti noi servivano a scatenare l’effetto contrario. Secondo lui – ma vedi tu che dobbiamo fingere di credere – più scriveva pessime cose sul Napoli, più diceva che avrebbe perso e più sarebbe accaduto il contrario. Mi ha detto che si è scusato con tutti, pure con te. Sembrava commosso quando ha scritto che lo hai fatto rientrare in tabaccheria. E vabbè, sei il padre. Io gli ho risposto dopo tre giorni, abbozzando e implorandolo di non mettersi a rompere le scatole durante il calciomercato, il ritiro e altre cosucce estive. Gli ho detto di farsi una vacanza.
Luigi, Salvatore invece mi ha detto di essere impazzito, non dorme da tre notti, e che vuoi dormire, a casa mia stiamo ancora ballando. Sai dove ho visto Napoli – Cagliari? Nel gabbiotto di Conte, alle sue spalle nascosto dietro ad altre persone. Facevo finta di niente e lo osservavo, ogni tanto si voltava come per dire (io avevo la sciarpa azzurra a mezza faccia): ma questo chi cazzo è? Dove l’ho già visto? Mi ha scoperto al gol di Scott, in mezzo all’esultanza sfrenata mi ha guardato e si è messo a ridere. Ci siamo abbracciati. A quel punto mi sono rilassato e mi sono messo più vicino, abbiamo esultato, gioito, e quando al fischio finale si è avviato verso il terreno di gioco mi ha detto: Mario, vuoi venire? Gli ho detto di no, ho detto che il mio posto è con i tifosi. Mi ha stretto la mano ed è andato giù di corsa.
Che spettacolo il Maradona, che spettacolo tutto, che scudetto, ma sai che forse è meglio tifare che giocare? Un diverso tipo di tensione, una staticità che ti consuma. Sono esploso di gioia, non mi sono mai sentito più napoletano di così. Questa vittoria mi ha crossato la vita e mi ha commosso fino alle lacrime. È arrivato il messaggio di Meret: Mario Rui, ti ho visto pure stavolta, dopo vieni ad abbracciarci. Dopo la premiazione mi sono fatto coraggio e sono sceso negli spogliatoi, mi ha aperto Starace: Uè, guardate chi ci sta, Maittiello. E tutti a ridere, abbracci, salti. Ho fatto i complimenti a tutti, anche al presidente e poi me ne sono andato in mezzo alla folla di Fuorigrotta, in mezzo ai fuochi della città. Fuso anche io alla nuvola azzurra, a prendermi il mio pezzo di gioia.
Salvatore sta facendo cappuccini azzurri, caffè macchiati tricolore, caccia cornetti con la crema che forma la scritta Scott. La signora Lucia non dice niente, vuole farmi credere che non si sia mossa da casa. Mi ha detto che le basta sapere che la città è felice, non ci credo, secondo me stava in mezzo al casino pure lei. Che dici Conte se ne va? Io penso di sì, ma ormai siamo abituati, uno viene un altro va, il Napoli sta sempre qua. Ti è piaciuta la sfilata sul lungomare, ma quanta gente, li hai contati? Ogni notizia aggiunge 50000 persone, ormai saremo oltre il milione. Passerò nei prossimi giorni a salutarti e a salutare gli altri, forse viene Calle in città, nel caso vengo con lui. Ora lo so, tu vuoi sapere se ieri stessi pure io in quel mare di folla, ma la domanda è sbagliata, la domanda che dovresti farmi è: Chi guidava il bus scoperto?
Ti abbraccio d’azzurro.
Tuo Mario