La stampa inglese non riesce a far pace con la scarsezza di Raducanu
Lo slam vinto è una maledizione. Il Telegraph: "Ha un complesso di inferiorità autoinflitto, il suo problema sono gli yes-man. Ha bisogno di durezza"

INDIAN WELLS, CALIFORNIA - MARCH 13: Emma Raducanu of Great Britain celebrates defeating Beatriz Haddad Maia of Brazil during the BNP Paribas Open on March 13, 2023 in Indian Wells, California. Julian Finney/Getty Images/AFP (Photo by JULIAN FINNEY / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)
La stampa inglese non se ne fa una ragione. Emma Raducanu ha vinto uno Slam, lo Us Open, nel 2021. In piena pandemia. Poi è entrata in un tunnel. Non è mai riuscita a confermarsi a quei livelli. Ha perso 11 partite su 12 contro avversarie classificate tra le prime otto. Al Roland Garros adesso ha fatto appena tre game contro la peggiore Swiatek degli ultimi anni. Lei, dopo aver cambiato ormai decine di coach, pare aver fatto pace col fatto di non essere poi la campionessa che tutti credevano. Ma la critica no, non c’è ancora arrivata.
Oliver Brown sul Telegraph scrive che avrebbe bisogno di un po’ “di amore duro”, di paccheri metaforici insomma. “E’ intrappolata in uno schema per cui, quasi ogni volta che deve fare un passo avanti in classe, crolla. La sua ultima capitolazione contro Swiatek è stata forse la peggiore, con il suo rovescio pessimo e il suo linguaggio del corpo privo di fiducia in se stessa. Sembrava che non vedesse l’ora che la partita finisse, perdendo una serie di errori stanchi e lanciando palle a metà campo irrimediabilmente lunghe. È strano pensare che abbia solo 18 mesi meno di Swiatek. Perché mentre entrambe hanno assaporato la gloria sul palcoscenico più prestigioso da adolescenti, le loro traiettorie di carriera hanno poi preso direzioni nettamente diverse”.
“Sebbene abbia cercato di colmare il divario con le migliori giocatrici, la triste realtà è che Raducanu sembra più lontana che mai. Qualcuno potrebbe non ricordarle che anche lei è una campionessa di uno Slam? Più descrive le presunte rivali come se fossero su un piano completamente diverso, più questo rischia di trasformarsi in una profezia che si autoavvera. Appare sempre più come una giocatrice con un complesso di inferiorità autoinflitto”.
“Raducanu si è circondata di persone che le dicono quello che vuole sentirsi dire, piuttosto che quello che ha bisogno di sentire. Forse è ora di un po’ di amore duro”.