Kimi Antonelli a 11 anni poteva essere della Ferrari ma «Arrivabene disse che era ancora troppo piccolo»
L'intervista di Leo Turrini per il Quotidiano Sportivo a papà Antonelli: «Venne convocato dalla Ferrari come promessa del kart. Pochi mesi dopo ci contattò la Mercedes»

Mercedes' Italian driver Andrea Kimi Antonelli prepares before first practice session, ahead of the Italian Formula One Grand Prix at Autodromo Nazionale Monza circuit, in Monza on August 30, 2024. (Photo by Andrej ISAKOVIC / AFP)
Leo Turrini ha intervistato il papà di Kimi Antonelli per il Quotidiano Sportivo.
«Perché mio figlio in F1 con la Mercedes e non con la Ferrari? Il mio bambino, io Kimi lo vedo sempre come un bambino, in Ferrari ci è andato. Venne convocato come promessa del kart. Era stato notato da Massimo Rivola, l’attuale team principal della Aprilia in MotoGp, allora responsabile della Driver Accademy del Cavallino…».
Papà Antonelli: «Venne convocato dalla Ferrari come promessa del kart»
Ma qualcosa non è andato come previsto:
«Kimi aveva undici anni. Provò anche il simulatore di Maranello, non quello della F1 ovviamente, quello riservato ai ragazzini dell’Accademia».
Non andò bene?
«Anzi, era tutto a posto. Solo che Maurizio Arrivabene, che all’epoca guidava il reparto corse, disse che il mio bambino era ancora troppo piccolo».
«Pochi mesi dopo ci contattò la Mercedes e il resto della storia immagino la conosca».
«Posso confidarle una cosa?» chiede papà Antonelli. «Per me non è cambiato niente. Kimi ha appena compiuto diciotto anni, per un genitore è sempre un bambino».
A casa si aspettavano Kimi in F1?
«No. Glielo assicuro. In famiglia non abbiamo avuto alcuna folgorazione, nemmeno abbiamo coltivato l’ossessione. Tutto è stato naturale. Kimi ha questo grande talento, ma non lo abbiamo vissuto come un predestinato».
Domenicali: «Vedere arrivare Kimi a Melbourne tenendo per mano la sorellina è stato incredibile»
Stefano Domenicali, al vertice della F1 almeno fino al 2029 come presidente e amministratore delegato del Formula One Group, ha rilasciato un’intervista a La Stampa. Il successo della F1 è anche merito suo.
I baby, Antonelli in testa, sono campioni anche di comunicazione.
«Uno dei successi della F1 è aver capitalizzato questo nuovo modo di comunicare, a cui i giovani sono più sensibili. Vedono modelli da emulare».
Le è piaciuto Kimi finora?
«Ha dimostrato il suo valore ma ha 18 anni e non mettiamogli più pressione di quella che già ha, lasciamo maturare. C’è bisogno di piloti italiani protagonisti».
Lo vedrebbe bene in Ferrari?
«Sarebbe bello ma credo che Toto Wolff non sarebbe d’accordo… Kimi è un ragazzo straordinario, ha una famiglia speciale. Vederlo arrivare nel paddock di Melbourne tenendo per mano la sorellina è stato incredibile».