Hanno sfogato la loro rabbia contro la Lega di serie A e macchiato il minuto di silenzio con fischi e strilli sguaiati al “traditore” Conte

Incivile il pubblico di Lecce tra mortaretti e insulti a Conte nel minuto di silenzio (Damascelli)
Tony Damascelli si sofferma su quel che è accaduto allo stadio di Via del Mare all’inizio di Lecce-Napoli con il minuto di raccoglimento e lo sparo di mortaretti (con conseguente sospensione del gioco) per protestare contro la Lega Serie A che ha costretto il Lecce a giocare a Bergamo subito dopo la morte del fisioterapista Graziano Fiorita.
Damascelli scrive:
Un gol di Raspadori, un rigore di Asllani, tutto qui, come prima, più di prima lassù tra il Napoli, con la capa allo scudetto e l’Inter, con la testa al Barcellona. Sfinito, ma non finito, il Napoli che è passato a Lecce dopo una partita non facile per ragioni ambientali, incivile il comportamento del popolo salentino che ha sfogato la sua rabbia contro la Lega di serie A, sparando mortaretti, riempiendo di fumi l’aria calda e poi macchiando anche il minuto di silenzio con strilli sguaiati e fischi nei confronti del “traditore” Conte, non una risposta dignitosa alla mancanza di rispetto dei gestori della Lega.
Simonelli (Lega Serie A) e il mancato rinvio di Atalanta-Lecce: “Saremmo stati costretti a spostare Lecce-Napoli”
Nell’edizione di ieri di Tuttosport, il giornalista Xavier Jacobelli aveva criticato la decisione della Lega Serie A di far giocare Atalanta-Lecce, malgrado le proteste della squadra salentina per la scomparsa del fisioterapista Graziano Fiorita. Stamani, il quotidiano riporta una lettera del presidente Ezio Simonelli che spiega i motivi per cui il match non è stato rinviato.
“Caro dottor Jacobelli, ho letto il suo editoriale di domenica sulla tragica e inaspettata scomparsa di Graziano Fiorita. E mi sono commosso. Ma ho anche pensato che la Lega Serie A non è un’entità astratta, ma un organizzazione fatta da uomini; in quanto presidente, ritengo doverosa una risposta. Come uomo esprimo la mia vicinanza e la mia partecipazione alla famiglia in primo luogo e a tutti a Lecce: la squadra, la dirigenza e la tifoseria. Come presidente della Lega mi sento in dovere di spiegare le ragioni di una scelta che dall’editoriale appare come inopportuna. Una diversa data per spostare la partita Atalanta-Lecce, ricordo che peraltro occorre l’accordo di entrambi i club, non avrebbe tutelato la regolarità di un campionato che vede alcune squadre lottare per la salvezza e altre per traguardi eccellenti come l’accesso alle diverse Coppe Europee.
La regolarità della competizione la si garantisce sfruttando la prima finestra utile, e la prima giornata utile era domenica, spostare ulteriormente la partita di ‘qualche giorno’ avrebbe significato come minimo mercoledì 30, causando la necessità di rinviare anche Lecce-Napoli, in programma sabato 3, con un incastro impossibile da gestire. Spostarla addirittura a fine maggio, avrebbe potuto significare falsare il campionato, con una Atalanta magari meno motivata o parte dei giochi salvezza già fatti. Purtroppo prendere decisioni significa operare scelte che non possono accontentare tutti. Il rispetto delle regole deve essere per tutti. Fatalità ha voluto che la sfida fosse tra due squadre le cui città sono a oltre 1000 km di distanza. Prendere decisioni, a volte molto difficili, è diverso da dare consigli, le scelte e le responsabilità sono di chi poi deve decidere. In merito alle pressioni di altre società le posso assicurare che non ce ne sono state”.