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Djokovic: «Sinner? Sembra che si può influenzare un procedimento per doping se sei un giocatore di alto livello»

Alla Gazzetta: «La maggioranza dei giocatori ritiene che ci siano stati favoritismi. O tutti i casi sono trasparenti fin dall’inizio, o tutti privati fino al loro esito»

Djokovic: «Sinner? Sembra che si può influenzare un procedimento per doping se sei un giocatore di alto livello»
Italy's Jannik Sinner greets Serbia's Novak Djokovic (R) after victory in their men's singles semi-final match on day 13 of the Australian Open tennis tournament in Melbourne on January 26, 2024. (Photo by Lillian SUWANRUMPHA / AFP) / -- IMAGE RESTRICTED TO EDITORIAL USE - STRICTLY NO COMMERCIAL USE --

Dal torneo di Doha, dove nel primo turno affronterà Berrettini, Djokovic parla (ancora) di Jannik Sinner e del suo accordo con la Wada. Lo fa in una intervista rilasciata alla Gazzetta.

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Djokovic: «La maggioranza dei giocatori ritiene che ci siano stati favoritismi»

Novak, la prima testa di serie del torneo doveva essere Jannik Sinner, che però è stato squalificato tre mesi…
«Sinner è innocente, come è innocente la Swiatek, perché questo è stato dimostrato, a meno che in futuro non emergano altri elementi. Però le loro vicende non hanno dato una bella immagine del nostro sport, questo è sicuro. La maggioranza dei giocatori con cui ho parlato nello spogliatoio, non solo negli ultimi giorni, ma anche negli ultimi mesi, non è contenta del modo in cui è stato gestito l’intero processo e ritiene che ci siano stati favoritismi. Sembra quasi che si possa influenzare l’esito di un procedimento per doping se sei un giocatore di alto livello, se puoi permetterti i migliori avvocati e quant’altro».

Ma le regole dell’antidoping dovrebbero proteggere di più la privacy dei giocatori o la trasparenza di tutto il procedimento?
«Beh, dobbiamo scegliere. L’incoerenza è qualcosa che frustra tutti i giocatori. È come se si trattasse ogni caso individualmente o indipendentemente, che è quello che sta succedendo. E allora non c’è trasparenza. A volte in un caso puoi avere una grande contaminazione, in alcuni casi ne hai una più piccola, come è successo con Sinner. Ma il problema è che in questo momento c’è una mancanza di fiducia generale da parte dei tennisti nei confronti di Wada, Itia e dell’intero processo. Quindi, o concorderemo che tutti i casi saranno trasparenti fin dall’inizio, tutti saranno tenuti privati fino al loro esito: è importante aprire la discussione».

Ma a quasi 38 anni, dove si trova la motivazione per rimanere al top?
«Amo l’adrenalina della competizione e cercare di fare la storia dello sport che amo. Quindi, voglio vincere, mi piace la sensazione di competere in campo. Sento ancora i crampi allo stomaco prima di ogni partita. Sono stressato, sono nervoso, sono eccitato ed è un buon segno perché vuol dire che mi interessa ancora quello che faccio. E spero sempre di essere un’ispirazione per le generazioni più giovani».

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