Alla Gazzetta: «Nel terzo set (contro Shelton) aveva i crampi, sono sicuro che fosse per la tensione. Significa che quest’anno sente di più la pressione»

«Per Jannik confermarsi sarà più faticoso, perché sa quello che lo attende e ci tiene a mostrare che può farlo ancora». Lo dice Boris Becker, ex numero 1 al mondo, campione di 6 Slam, alla Gazzetta dello Sport.
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Boris Becker: «Sinner quest’anno sente di più la pressione»
Questo Australian Open è stato un po’ in salita per Sinner. Come lo ha visto lei che ha l’occhio clinico?
«La prima settimana non ha giocato il suo tennis migliore, cercava ancora la forma giusta. La chiave di volta però è stata il match contro Rune, dove si sentiva malissimo ed è stato bravo e fortunato perché il danese non è riuscito ad approfittarne. Dopo quel match, e un po’ di riposo, ha fatto una partita perfetta contro De Minaur».
Anche contro Shelton non è stato perfetto, eppure ha vinto in tre set.
«Questo perché Jannik è un grande giocatore e ha una forza mentale in grado di fare la differenza. Ho visto che nel terzo aveva i crampi e sono sicuro che fosse per la tensione, non certo per due ore di partita. Questo significa che quest’anno sente di più la pressione, ed è normale essendo campione in carica».
Lei sa bene cosa vuol dire difendere un titolo dello Slam. Perché è così difficile, cosa cambia?
«È una delle imprese più difficili in assoluto nel tennis. La prima volta non hai pressione, non ci sono aspettative. Quando torni tutti aspettano che tu possa ripeterti e vuoi dimostrare a te stesso che puoi farlo».
Cosa pensa del ricorso Wada?
«Ricorrere era nelle loro facoltà, ma mi sono stupito. Lo accusano di negligenza ma la linea è molto sottile, ogni membro del team ha anche una vita privata in cui non sempre il giocatore può entrare. Spero andrà tutto per il meglio, sono sicuro che Sinner sia assolutamente innocente».
Lei è stato suo coach, è suo amico: cosa gli consiglierebbe?
«Di giocare di più. Per migliorare devi disputare più tornei, perché è così che entri in forma, non in allenamento. La collaborazione con Murray la trovo ottima, ha funzionato e credo che continueranno. Andy è uscito dal campo da poco, gode di grande rispetto e sta dando nuova linfa al gioco di Nole almeno in termini di concentrazione e applicazione».