Considerati questi costi e gli oltre 600 milioni spesi sul mercato sotto ten Hag, il club rischia pesanti restrizioni a causa dalle regole finanziarie della Premier

Il Manchester United ha reso noto il costo del licenziamento di Erik ten Hag e del successivo riscatto di Ruben Amorim. Il costo complessivo dell’operazione ammonta a 21,4 milioni di sterline (oltre 25 milioni di euro). Lo riporta il Telegraph. Una cifra non di poco conto considerando che lo spazio di manovra dello United sul mercato è abbastanza limitato. Infatti ha già speso oltre 600 milioni durante l’era ten Hag e le regole finanziarie della Premier potrebbero bloccare le future finestre di mercato.
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Lo United è già limitato dalle regole finanziarie della Premier
Scrive il Telegraph che “i costi di buonuscita dovuti a Ten Hag, a cui è stato dato un nuovo contratto a giugno, sono pari a £ 10,4 milioni. Dopo appena quattro mesi l’olandese è stato messo alla porta”. A ciò si aggiungono i costi per prendere Amorim. “Una considerevole clausola rescissoria di 10 milioni di sterline dal suo precedente club, lo Sporting di Lisbona, negoziato dal direttore esecutivo dello United, Omar Berrada. L’extra di 1 milione di sterline era per far sì che Amorim accorciasse il tempo di preavviso e potesse unirsi allo United all’inizio della pausa internazionale di questo mese“.
Il quotidiano inglese poi spiega:
“I costi sono importanti perché, come tutte le spese per i giocatori, conteranno per la conformità dello United alle regole di redditività e sostenibilità (Psr). Allo stato attuale delle cose, il club è già limitato per quanto riguarda quanto può investire nelle prossime due finestre, a meno che non riesca a raccogliere fondi dalle vendite. Le perdite prima delle tasse dello United ammontano a 312,9 milioni di sterline nelle ultime tre stagioni e, sotto Ten Hag, il club ha investito 600 milioni di sterline in commissioni di trasferimento. Ci si aspetta che Amorim lavori con ciò che ha mentre il club rimane entro i limiti del Psr. Lo United ha bisogno di tornare in Champions League per poter trarre vantaggio dai crescenti ricavi derivanti dal nuovo formato“.