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Bergamini, l’ex fidanzata condannata a 16 anni per concorso in omicidio volontario

Lo scorso 20 settembre la Procura aveva chiesto 23 anni di carcere. La morte dell’ex calciatore del Cosenza era avvenuta nel 1989.

Bergamini, l’ex fidanzata condannata a 16 anni per concorso in omicidio volontario

Lo scorso 20 settembre la Procura aveva chiesto 23 anni di carcere per l’ex fidanzata dell’ex calciatore del Cosenza Denis Bergamini, Isabella Internò; la donna era stata ritenuta imputata per concorso in omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione, dei motivi abietti e futili, e delle sevizie.

Oggi, secondo quanto riportato da Sky Sport, nella Camera di Consiglio:

Isabella Internò è stata condannata a 16 anni di reclusione per il concorso in omicidio volontario con ignoti di Denis Bergamini, ex centrocampista del Cosenza morto il 18 novembre 1989 lungo la Strada Statale 106 all’altezza di Roseto Capo Spulico. 

Il pm: «Bergamini Soffocato prima di essere schiacciato dal camion»

Nel 2021 era stata chiusa l’inchiesta per la morte dell’ex calciatore del Cosenza Denis Bergamini, avvenuta nel 1989. L’unica indagata era rimasta l’ex fidanzata, Isabella Internò, per l’omicidio avvenuto per soffocamento.

Il Corriere della Sera scriveva:
I magistrati hanno prosciolto il poliziotto Luciano Conte, marito di Internò, inizialmente accusato di favoreggiamento e l’autista dell’autocarro Raffaele Pisano, sospettato di concorso nel delitto. Fu lui, il 18 novembre 1989 a schiacciare con il suo mezzo il corpo del calciatore, steso sulla carreggiata della statale ionica, nei pressi di Roseto Capo Spulico. In un primo momento si era pensato che Bergamini si fosse tolto la vita.

«I periti medico-legali che hanno effettuato nel 2017 gli esami sul corpo di Bergamini ci dicono che il calciatore è stato vittima di una asfissia meccanica violenta, prima che il camion di Raffaele Pisano lo avesse investito. Quindi le versioni di Internò e Pisano sono false. Bergamini era già morto prima che il camion arrivasse. Tutti gli esami dei periti parlano di compatibilità del corpo di Bergamini con asfissia di compressione con un mezzo soft, probabilmente una sciarpa o un sacchetto che può non lasciare segni sul collo».

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