Il difensore del Real: «Non ritengo che la Spagna non meriti di ospitare il Mondiale. So cosa subisce Vinicius, lo sosteniamo sia internamente che in pubblico»

Carvajal: «Non credo che la Spagna sia razzista. Siamo un Paese con un’enorme diversità culturale»
Alla Cnn Vinicius ha di nuovo denunciato il razzismo in Spagna, che vive sulla sua pelle da quando gioca in Liga. L’attaccante del Real ha detto che se la situazione non dovesse evolversi, allora la Spagna non dovrebbe ospitare il mondiale del 2030.
Carvajal, suo compagno di squadra, ha detto la sua in conferenza stampa su quanto detto dal brasiliano.
Il difensore ha sottolineato: «So cosa subisce Vinicius e noi lo sosteniamo sia internamente che pubblicamente. LaLiga sta migliorando in tal senso e stanno formando dei protocolli sul tema».
Ma per Carvajal la Spagna non è razzista:
«Non ritengo che la Spagna non meriti di ospitare il Mondiale. Siamo un Paese con un’enorme diversità culturale. Sono cresciuto con persone di molte nazionalità diverse nel mio quartiere di Leganés e posso dire che la Spagna non è affatto un paese razzista».
«Vinicius sarà anche infantile ma sul razzismo ha ragione, la Spagna non neghi il problema» (El Paìs)
“Se la mia pelle fosse dello stesso colore di quella di Vinicius Jr. e un centinaio di sconosciuti mi chiamassero ogni giorno ‘negro’ mentre vado al lavoro, forse penserei che, in realtà, vivo in un Paese razzista. Non totalmente razzista, ovviamente (non so nemmeno se quel paese esiste, e intendo uno in cui lo sono tutti i suoi cittadini, o almeno una grande maggioranza), ma deve o può esserci del razzismo in una società che normalizza gli insulti razzisti a un giovane nero e non li condanna con assoluto disprezzo, senza mezze verità o falsi dilemmi, non importa se gioca a calcio nel Real Madrid o installa pannelli in cartongesso al Paco Mirandilla y Hermanos S.L.”. Comincia così l’editoriale di Rafa Cabeleira sul Paìs, per l’ennesimo “caso” Vinicius.
Non nascondiamoci, scrive El Paìs. Siamo razzisti proprio perché ci offendiamo quando lui ce lo rinfaccia. Vinicius “probabilmente ha ragione, perché lui è un nero che vive in Spagna, io no, quindi mi asterrò dall’oppormi a lui per ragioni più che ovvie. Potrei, con un certo disagio da parte mia, lo ammetto, ricordarvi che prima, nel 2026, i Mondiali si terranno negli Stati Uniti d’America, che tra l’altro non è Wakanda, quell’idilliaca città nera dell’universo Marvel. E quello del 2022 si è svolto in Qatar senza che Vinicius Jr. alzasse la voce nemmeno di poco. Ed ecco la seconda trappola. È lui, l’offeso, a dover soddisfare una serie di requisiti per non flirtare con l’idea di meritare tutto ciò che gli sta accadendo. Che è il suo comportamento, non sempre esemplare, a provocare i razzisti, e non il razzismo”.