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Menoncello: «C’è chi diceva che l’Italia non meritasse il Sei Nazioni, stiamo avvicinando gli italiani al rugby»

Al Daily Mail: «A Treviso la gente mi ferma per strada e mi chiede una foto. È ancora un po’ insolito per me, però mi rende felice».

Menoncello: «C’è chi diceva che l’Italia non meritasse il Sei Nazioni, stiamo avvicinando gli italiani al rugby»
Italy's wing Tommaso Menoncello attempts to break away during the Six Nations rugby union international match between France and Italy at Stade Pierre Mauroy in Villeneuve-d'Ascq, near Lille, northern France, on February 25, 2024. (Photo by Denis Charlet / AFP)

Tommaso Menoncello, a soli 21 anni, è stato nominato il miglior giocatore dell’ultimo Sei Nazioni. Ha rilasciato un’intervista al Daily Mail.

L’intervista a Menoncello

«Sono stato il 717esimo giocatore a giocare per l’Italia. Ho anche tatuato sul petto la data del mio debutto con l’Italia, il 6 febbraio 2022, contro la Francia». 

Sul riconoscimento ricevuto:

«Questo premio è una cosa enorme per me dopo l’infortunio che ho avuto [al bicipite] perché è stato un periodo davvero difficile. Tutti pensavano che sarebbe stato molto complicato per me tornare come prima, ma l’unica cosa a cui pensavo era che dovevo tornare al meglio. Ho dimostrato in questo Sei Nazioni cosa posso fare».

I suoi riferimenti:

«Sonny Bill Williams è il mio idolo. È il giocatore da cui traggo ispirazione. Voglio essere come lui con l’offloading [significa mantenere in vita (riciclare) una palla altrimenti destinata alla stasi del raggruppamento. Accetti la collisione e raggiri il placcaggio facendo volare la palla appena prima di cadere]».

Sul torneo appena concluso:

«È stato il nostro miglior Sei Nazioni e il miglior periodo per il rugby italiano. Non ci sono piaciuti i commenti che abbiamo visto sui giornali e sui social che dicevano che l’Italia non dovesse essere nel Sei Nazioni. Uno dei nostri obiettivi quest’anno era quello di mostrare cosa possiamo fare, soprattutto dopo la Coppa del Mondo che si è conclusa nel modo peggiore. Per noi, questo è un inizio. Era uno dei nostri obiettivi per ispirare il popolo italiano. Ce l’abbiamo fatta. Ora vogliamo ispirare più persone possibili e far crescere il rugby in Italia».

Il suo sogno è trasferirsi in un top club francese, anche se nel Benetton di Treviso si sente a casa:

«Ho solo 21 anni, so che posso ancora crescere. Treviso è una delle città in Italia con il maggior interesse per il rugby. La gente qui mi ferma per strada e mi chiede una foto. È ancora un po’ insolito per me, mi rende molto felice. Sono molto orgoglioso di essere dove sono ora. È incredibile far parte di questa squadra e giocare nel Sei Nazioni così giovane. Ho molti obiettivi da raggiungere e, passo dopo passo, penso di potercela fare. Non smetto mai di pensare al rugby. Lo adoro».

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