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Lamine Yamal: «Mi sto abituando a vedere le mie gigantografie sui palazzi di Barcellona»

Al “Mundo Deportivo”: «Olimpiadi? Vediamo come vanno la Champions e gli Europei. Non voglio sovraccaricarmi come fece Pedri nel 2021»

Lamine Yamal: «Mi sto abituando a vedere le mie gigantografie sui palazzi di Barcellona»
Db Napoli 21/02/2024 - Champions League / Napoli-Barcellona / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Lamine Yamal

A soli 16 anni, Lamine Yamal è già una delle stelle di maggior talento del Barcellona. Guadagnatosi un’ovazione al Bernabeu con la maglia della nazionale, l’attaccante blaugrana racconta al “Mundo Deportivo” come sta gestendo la fama precoce e quali sono i suoi obiettivi per il futuro.

Vivi ancora a La Masia. Com’è un giorno normale nella vita di un ragazzo di 16 anni?

«Mi sveglio alle nove, vengo ad allenarmi, finisco, mangio e poi nel pomeriggio faccio lezione qui. Se non ho lezioni private, allora mi riposo».

Che effetto ti fa vedere un edificio gigante a Barcellona con la tua foto per la campagna Adidas?

«Cerco di prenderlo come una conseguenza della mia professione, che è quella di essere un calciatore. Sto cercando di abituarmi e di accettarlo».

L’applauso al Bernabeu

«È un orgoglio essere applaudito da uno stadio come il Bernabeu e giocare con la Spagna. Ne sono molto felice».

A La Masia ti aiutano a controllare la realtà di essere sotto i riflettori?

«Ora sono più sotto controllo, ma soprattutto durante il processo che ti porta in prima squadra ti aiutano a gestire la pressione».

Lamine Yamal: «Sogno di diventare una leggenda del Barcellona»

Resteresti al club per quasi tutta la vita come hanno fatto Xavi, Iniesta, Messi?

«Sicuramente. Spero di poter diventare una leggenda del Barcellona».

In estate arrivano emozioni forti con gli Europei. Ti convocheranno salvo infortuni, ma se poi ti convocassero per le Olimpiadi, accetteresti?

«Non sarebbe logico andare ad entrambi perché alla fine da quando ho iniziato ho cercato di non sovraccaricarmi e di giocare troppo e non avrebbe senso andare ad entrambi. Ma ovviamente se devo andare, alla fine si gioca con la Spagna ed è un sogno».

Ma se dipendesse da te, diresti no ai Giochi?

«Dipende anche da come andrà la Champions, ma penso che la cosa più importante sia essere in Champions. Se non ci fosse molta pressione agli Europei o se la Spagna uscisse presto, lo scenario sarebbe diverso».

Quello che è successo a Pedri nel 2021 influenza ciò che pensi oggi?

«È un esempio di ciò che può accadere perché è l’unico che ricordo ad averlo fatto».

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