«Voglio vedere una squadra che affronta i problemi. Le squadre italiane non fanno più un gioco difensivo: il Napoli non gioca così e ha vinto il campionato».

Nella serie tv Netflix “Together: Treble Winners”, che racconta il triplete del Manchester City, c’è il discorso di Pep Guardiola prima della finale di Champions League contro l’Inter.
Guardiola: «La finale capita una volta nella vita. Dovrete vivere nelle difficoltà»
«Sapete cosa significa una squadra italiana in finale? C’è la convinzione da parte della gente che le squadre italiane facciano un gioco difensivo, ma non è il caso dell’Inter. Oggi in Italia non è più così: il Napoli non gioca più così e ha appena vinto il campionato. Oppure il Milan, per esempio…»
«Ragazzi, voglio essere chiaro. Stiamo per giocare una finale e affrontare una finale è pesante. Secondo voi, vi permetteranno di riflettere? Amici miei, vivrete novanta minuti folli. Dovrete vivere le difficoltà, vivere nelle difficoltà. Sarà pesante. E sapete che ho ragione. Capita una volta nella vita, è una situazione che non rivivremo mai più. So che avete sognato questo momento, che siete forti come gruppo, ma dovete trovarvi in determinate situazioni durante la partita. Voglio vedere una squadra che affronta i problemi. So che volete vincere ma dovete dimostrarlo».
Infine, il tecnico ha dichiarato:
«Quante volte è successo di fare il triplete? Nel calcio inglese ci è riuscita una sola squadra [lo United]».
Il tecnico spagnolo e il suo City :
Il Guardian fa raccontare alla penna di Jonathan Liew la dimensione perversa di una cosa che l’editorialista chiama “un classico caso di ansia da Pep“. Tutti si aspettavano che Guardiola dopo i 5 gol lo togliesse, era pure reduce da un infortunio… e invece no. “Sei a due è notoriamente un punteggio pericoloso”, lo sfotte. “Ma ho una teoria diversa. Credo che Guardiola fosse semplicemente sadicamente ipnotizzato come tutti noi. Credo che volesse accedere a una delle poche sensazioni che deve ancora provare nel calcio. Voleva vedere Haaland segnarne sei”. “Dopotutto, che senso ha possedere il giocattolo più distruttivo di questo sport se non hai intenzione di spingerlo il più lontano possibile? Che senso ha acquistare Haaland se non gli permetti di segnare sei gol contro un club molto più piccolo?”