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Guardiola ha delegato il gioco ai difensori e i risultati si sono visti – The Athletic va giù duro su Pep

Dopo 210 minuti si fa fatica a sostenere che il City meritasse la semifinale. Ha prodotto pochissimo. I corner tutti sul portiere.

Guardiola ha delegato il gioco ai difensori e i risultati si sono visti – The Athletic va giù duro su Pep
Manchester City's Spanish manager Pep Guardiola reacts following a missed chance during the UEFA Champions League quarter-final second-leg football match between Manchester City and Real Madrid, at the Etihad Stadium, in Manchester, north-west England, on April 17, 2024. (Photo by Darren Staples / AFP)

Il Manchester City è stato eliminato dalla Champions ai calci di rigore dal Real Madrid. Ancora una volta Ancelotti ha bloccato il gioco di Guardiola. Prima il 3-3 al Bernabeu all’andata, all’Etihad ieri sera, dopo 120′, il risultato diceva 1-1. Ma, come scrive The Athletic, “il fatto che siano arrivati ai rigori dovrebbe essere considerato una sorta di fallimento per il City che ha dominato completamente la partita“. Insomma The Athletic, non il Napolista, scrive che la squadra di Guardiola in fin dei conti ha creato poco e che non ha realmente messo in difficoltà il Madrid.

La squadra di Guardiola ha creato le sue occasioni, ma decisamente poche in relazione alla mole di gioco prodotta. Merito quindi a Carvajal, Nacho e Lunin, tre baluardi della difesa del Real. “Il City però ha reso loro la vita un po’ troppo facile”.

L’analisi tattica di City-Real secondo The Athletic

La morale della favole di The Athletic è: “sì, il City ha dominato. Ma se non segni non vai avanti“. Se si guarda bene a come Guardiola ha impostato la partita, “il City si è concentrato principalmente ad attaccare le fasce“.

Guardiola sapeva che il lato destro del Real era il più debole, visto che i “due difensori centrali osservavano da vicino Haaland“. Per questo motivo Pep ha messo Foden sulla destra, “quasi come un’esca per trascinare fuori Mendy e creare spazio per De Bruyne“.

De Bruyne non era in forma smagliante. Il belga ha praticamente sbagliato tutti i cross che per lui sarebbero normale amministrazione. “Ha crossato 21 volte nei suoi 112 minuti in campo, molti dei quali si sono rivelati inutili o sbagliati”.

Sulla sinistra, lo spartito era quasi uguale. Bernardo Silva aveva il compito di buttarsi alle spalle di Carvajal. Ma da quel lato il Real aveva Valverde centrocampista dalla corsa infinita. A Guardiola rimaneva Grealish ma “sia per istruzioni che per limitazioni, non era in grado di sfruttare al meglio queste situazioni“. Spesso l’esterno inglese ha provato la giocata più semplice invece che provare a dribblare Carvajal. “Un’ala più esplosiva avrebbe potuto attaccare Carvajal in modo più aggressivo e aiutare il City a vincere la partita“. Solo una volta Grealish ha provato a dribblare lo spagnolo e ne ha provocato l’ammonizione.

L’errore più grande di Guardiola: i difensori centrali usati come centrocampisti

Il problema del City era che spesso si ritrovavano con difensori naturali in situazioni strette ai margini dell’area del Real, e non erano abbastanza abili con la palla. Questo è diventato l’approccio preferito di Guardiola e ha contribuito a far vincere al City il triplete lo scorso anno. Ma a volte è esasperante: un allenatore una volta ossessionato dalla qualità tecnica in campo ora si ritrova a lasciare il possesso palla ai suoi difensori. Come Gvardiol che ha segnato due gol strepitosi nelle ultime due partite ma ha una qualità limitata nel possesso palla“.

E ancora:

Questo è ciò che accade quando le armi offensive di una squadra sono i difensori centrali naturali“. Cioè giocatori che nel traffico hanno difficoltà a gestire la palla con qualità. “E vale la pena sottolineare che, nonostante tutta la sua genialità, l’utilizzo di Stones come terzino destro offensivo nella finale di Champions della scorsa stagione ha prodotto scarsi risultati“.

The Athletic affronta poi il tema dei calci d’angolo (“tutti battuti sul portiere”), il nodo Haaland (“marcato da vicino da due difensori, non si può biasimare più di tanto. Ma fuori dall’area, è incredibile quanto poco aiuti la squadra“). I cambi di Guardiola hanno funzionato. Il pareggio è arrivato dopo un’accelerazione di Doku.

Però tutto lascia pensare che quella di ieri sera sia stata “un’occasione mancata per il City”. Il Real è decimato dagli infortuni. In porta c’era il terzo portiere, la difesa piena di infortuni.

Ma il City semplicemente non è stato all’altezza: scarsa qualità a causa dell’uso esasperato dei difensori centrali, calci piazzati privi di fantasia, scarsa ambizione di Grealish, scarsa precisione di De Bruyne, Foden sulla fascia e Haaland disconnesso dal resto della squadra. Dopo 210 minuti di calcio nelle due gare, si fa fatica a sostenere che il Manchester City non è una squadra migliore del Real Madrid. Allo stesso modo, si fa fatica a sostenere che il City meritava di andare in semifinale“.

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