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Scherma, la madre della ragazza violentata: «Voleva suicidarsi, sta male, la Federazione non l’ha protetta»

A Repubblica: «La violenza è stata riscontrata in ospedale, ora stanno comparando il Dna con i due indagati che dormirono con lei»

Scherma, la madre della ragazza violentata: «Voleva suicidarsi, sta male, la Federazione non l’ha protetta»
Masks used by members of the Hong Kong fencing team are seen during a media event in Hong Kong on September 4, 2023, ahead of the Asian Games to be held in Hangzhou, China from September 23 to October 8. (Photo by Peter PARKS / AFP)

Scherma, la madre della ragazza violentata: «Voleva suicidarsi, la Federazione non l’ha protetta». L’intervista è su Repubblica che sintetizza la vicenda. La madre accusa chi, secondo lei,

ha abbandonato sua figlia diciassettenne dopo la denuncia di stupro nei confronti di due schermitori, Emanuele Nardella e Lapo Jacopo Pucci, dentro il campus di Chianciano Terme: «La Federscherma non ha mosso un dito e anche la giustizia italiana mi ha delusa, non ha protetto la mia bambina». La minorenne la sera tra il 4 e il 5 agosto, ubriaca e con tracce di cannabinoidi nel sangue, sarebbe stata abusata dentro la camera di Emanuele Nardella, quando era incosciente.

L’indomani, al suo risveglio, si è trovata piena di lividi. Nel letto c’erano Nardella e Pucci. Un altro atleta, non coinvolto nell’indagine, stava dormendo nel suo letto. I due sciabolatori sono sotto inchiesta per stupro di gruppo aggravata dalla minore età della vittima. La donna non ha la forza di parlare e, assistita dall’avvocato Luciano Guidarelli, preferisce rispondere alle domande di Repubblica per iscritto.

Come sta? Come reagisce una mamma a una notizia così devastante?
«Sto malissimo, mia figlia è in lacrime giorno e notte, non riesce a smettere di piangere. Ho dovuto portarla da un medico perché sono molto preoccupata per la sua salute. Aveva già minacciato, subito dopo i fatti, di volersi togliere la vita. Uno shock che nessun genitore si auspicherebbe di vivere. Non lo auguro a nessuno quello che sta accadendo a noi».

Quando ha saputo che sua figlia era stata vittima di un presunto stupro?
«Sono venuta a conoscenza di quanto era accaduto a mia figlia il giorno 5 agosto 2023 perché la sua compagna di stanza mi ha chiamata al telefono. Lei era tornata in camera e in preda al panico aveva raccontato alla sua compagna cosa ricordava.
Quell’atleta ha subito compreso quello che le era accaduto, le ha detto che secondo lei era stata vittima di abusi. Così le ha consigliato di chiamarmi subito ma forse mia figlia non era in grado. Sono corsa subito da lei, ero nelle vicinanze del campus, e mi ha accompagnata un’altra mia figlia. Ho trovato un’altra ragazza non la mia bambina, era disperata. Pronta a togliersi la vita».

Nei confronti di sua figlia, la Federazione scherma si è mossa subito? Crede che la giustizia italiana stia facendo il giusto corso?

«Sono delusa dal comportamento della Federazione italiana di scherma che non si è mai preoccupata per lei e anche da quello della giustizia italiana che non l’ha protetta come doveva. Abbiamo dovuto denunciare tutto sulla stampa dopo 7 mesi dall’accaduto perché mia figlia incontrava come se niente fosse successo i ragazzi che l’hanno violentata. Se li è ritrovati davanti non solo nelle gare ma anche in albergo. Al punto che a mie spese ho dovuto spostarla in un altro hotel per rassicurarla».

Dopo che avete lasciato il campus, nell’agosto scorso, siete andate in pronto soccorso.
«Sì, lì mia figlia è stata visitata. È stata riscontrata la violenza, sono state trovate tracce ematiche che si stanno comparando con il Dna dei due indagati dalla procura di Siena. Direttamente dall’ospedale abbiamo presentato denuncia alle forze dell’ordine. Nei giorni seguenti abbiamo contattato l’avvocato Luciano Guidarelli che ci ha seguite in questo percorso ancora all’inizio».

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