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Le Premier pensa di inasprire le regole sulle multiproprietà, il City medita di fare causa

Il Telegraph racconta dei malumori durante l’assemblea di Premier: “il City è uno degli otto club che si è opposto ai cambiamenti”

Le Premier pensa di inasprire le regole sulle multiproprietà, il City medita di fare causa
Manchester (Inghilterra) 21/05/2023 - Premier League / Manchester City-Chelsea / foto Imago/Image Sport nella foto: Josep Guardiola ONLY ITALY

Oggi la Premier League si è riunita per approvare alcune modifiche alle regole finanziarie e di sostenibilità. I temi al centro del dibattito sono le multiproprietà e gli scambi di giocatori tra squadre della stessa proprietà. La Premier però ha ricevuto notizia di causa legale guidata dal Manchester City proprio su questo inasprimento delle regole.

Come scrive il Telegraph, “dopo lunghe trattative, il campionato inglese ha ottenuto l’approvazione dei club per riformulare i termini dell’accordo Fair Market Value“. In altri termini, la Premier vuole rafforzare le norme sulle sponsorizzazioni di brand correlati alla proprietà dei club, così da evitare il rischio di ricavi gonfiati. L’esempio è quello del Newcastle di proprietà del Fondo Pif, o ancora il City con il suo City Football Group.

Insomma, in Premier League l’aria è più tesa che mai. “Un club che si è opposto al cambiamento ha detto al Telegraph che le modifiche sono state approvate “per il rotto della cuffia” e dopo un primo rifiuto. La Premier ha informato gli altri club che uno di sarebbe ricorso ad un procedimento giudiziario per evitare nuovi cambiamenti“.

Il City contro la Premier League anche sui prestiti dei giocatori

Fonti vicine al Telegraph assicurano che il club ribelle sia il Manchester City. “I vincitori del Triplete erano tra gli otto club che hanno votato contro un divieto temporaneo di prestiti tra squadre della stessa proprietà nel mercato di gennaio“. Il City teme infatti che l’inasprimento delle regole siano un’ostacolo vadano contro la legge sulla concorrenza.

Le regole che la Premier League ha stabilito sulle transazioni tra club della stessa proprietà sono volte a garantire maggiore condizioni di parità. Questo avviene impedendo “ai club di firmare accordi commerciali a prezzi gonfiati o di sfuggire al controllo dei costi sulle trattative dei giocatori“.

Il City, ad esempio, deve ancora dimostrare il valore di mercato “corretto” dell’esterno Sávio, un calciatore di fatto già di proprietà del City Football Group.

Il City però non è l’unico club inglese ad avere sotto il suo cappello altri club di calcio. Altri stanno percorrendo la stessa via. “Il consorzio di Todd Boehly che controlla il Chelsea, guidato anche dall’investitore di private equity Clearlake Capital Behdad Eghbali, è ora anche proprietario del club della Ligue 1 Strasburgo. Il Newcastle del Fondo Pif che possiede anche quattro club della Saudi Pro League. Il proprietario del Nottingham Forest, Evangelos Marinakis, possiede anche l’Olympiakos e si dice abbia preso di mira anche il portoghese Rio Ave“. E ce ne sono anche altri.

Premier League: il fair play finanziario ha favorito il dominio dei grandi club (Telegraph)

L’amministratore delegato del Newcastle Darren Eales si è lamentato del fair play finanziario nella Premier League e di come non sia giusto questo modo di proteggere i club dal fallimento e fermare quelli che desiderano investire.

Il “Telegraph” commenta così:

Uno dei problemi legati al Fair Play Finanziario è sempre stato il sospetto che facesse parte dello status quo. Il sostegno entusiastico che ha ottenuto da parte di numerosi grandi club è dovuto al fatto che essi avevano stabilito il loro dominio e volevano preservarlo ed essere finanziariamente sostenibili.

E questa è la difficoltà anche con la versione Ffp della Premier League che ha portato l’amministratore delegato del Newcastle United Darren Eales ad affermare che non è giusto l’equilibrio tra il desiderio di proteggere i club “dal fallimento e quelli che desiderano investire”. Eales ha ragione. Sembra proprio che le regole, per quanto ben intenzionate, stiano proteggendo l’attuale ordine gerarchico.

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