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Calzona si sbraccia poco e mostra una certa eleganza con la tuta. La tuta devi saperla portare

La sera di Napoli-Barcellona esco per una commissione. “Gianni e che ci fa i giro durante la partita?” “Sto partecipando all’azione”

Calzona si sbraccia poco e mostra una certa eleganza con la tuta. La tuta devi saperla portare
Ci Napoli 21/02/2024 - Champions League / Napoli-Barcellona / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Francesco Calzona

Calzona si sbraccia poco e mostra una certa eleganza con la tuta. La tuta devi saperla portare

Il giorno di Napoli-Barcellona prendo un treno che va da Napoli a Venezia, questa la dice lunga sulla stagione, sullo stato delle cose e anche sul fatto che a volte – Barcellona o meno – la gente tiene da fare. La gente che in questo caso sarei io. Il treno, tarda mattinata di mercoledì, è pressoché vuoto e così resterà fino a Venezia. Capisco che da Napoli, il giorno di un ottavo di Champions League, chi può non si muove, ma gli altri? Nessuno sale a Termini, a Tiburtina, a Santa Maria Novella, a Bologna, a Rovigo (ebbene sì), a Padova, a Mestre. Mah.

Il giorno di Napoli-Barcellona arrivo a Venezia, vado a casa, è ancora pomeriggio, faccio delle cose, ceno, controllo le formazioni, ascolto qualche frammento delle dichiarazioni di Calzona del giorno prima, guardo su Instagram dei video già montati con la sua voce doppiata tipo Savastano in Gomorra, o da tamarro semplice. Tutto normale. L’unica riflessione che ho fatto in questi due giorni è che – data per perduta o quasi questa stagione – vorrei Calzona come allenatore per il prossimo campionato,
lo conosco poco, sento che potrebbe piacermi. Sono quasi le 21 ormai.

Il giorno di Napoli-Barcellona guardo i primi dieci minuti in cui gioca solo il Barcellona, in cui Meret risponde presente, poi devo uscire per una commissione. Voi direte, ma come, una commissione durante Napoli-Barcellona? Io vi risponderò, e che volete da me? La commissione, calcolo, non prenderà più di mezz’ora; quindi, vuol dire tornare a casa sul finire dell’intervallo. Parentesi, io odio gli intervalli, specie durante certe partite, per cui saltarne uno mi rasserena un minimo. Guardo che il risultato è ancora sullo 0-0, che nella stagione dello sperpetuo mi pare già una cosa accettabile.

Il giorno di Napoli-Barcellona mi metto a riguardarla che sono passati due minuti del secondo tempo, vado avanti, è una partita scialbetta, penso che potremmo addirittura segnare, invece segnano loro, e nemmeno lo vedo in diretta perché mi sono distratto
un attimo. Guardo il replay, ma già immagino il marcatore, sarà quella persona che segna ininterrottamente da non so più quante stagioni. Succede questo, però, il Napoli si sveglia, e Calzona azzecca i cambi. Soprattutto azzecca il cambio del mio adorato
Kvara, che è in una serata no che più no non può essere. Penso che potremmo pareggiare, e di lì a poco pareggiamo. Segna Victor, poi esce, può uscire. Altra parentesi: sbaglio o nel secondo tempo Anguissa mi è sembrato di nuovo un giocatore?

Il giorno di Napoli-Barcellona mentre la partita volge al termine penso che potremmo addirittura vincerla con un po’ di lucidità. Però è già tanto che ci hanno tolto la bombola dell’ossigeno, per la lucidità aspettiamo il prossimo giro. Al fischio finale controllo il risultato dell’altra partita, il Porto ha battuto l’Arsenal, il Porto è una di quelle squadre inspiegabili, di stagione in stagione non sai mai chi siano i calciatori, cosa facciano, come giochino, poi di colpo stanno sempre là, e allora uno o due nomi li impari.

Il giorno di Napoli-Barcellona non ho voluto vedere le interviste a fine partita, possono bastare questi cinquanta minuti che ho visto insieme gli altri che non ho visto. Calzona si sbraccia poco e, devo dire, mostra una certa eleganza con la tuta. La tuta devi saperla portare.

Il giorno di Napoli-Barcellona riceviamo una conferma, Lindstrom sa giocare a pallone, si era capito col Verona, si è visto un po’ col Genoa, insomma, meno male. Il giorno di Napoli-Barcellona, mentre rientravo a casa, ho incontrato un conoscente:
Gianni, ma che fai in giro durante la partita. Gli ho risposto che stavo partecipando all’azione, ero l’esterno basso lungo canale, ero quello che teneva a bada l’acqua, così che si potesse cominciare a respirare di nuovo.

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