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Alcaraz: «Sento il fiato sul collo di Sinner, lui ha un solo segreto: lavora tantissimo»

A Marca: “Dopo aver perso in semifinale delle Atp Finals di Torino contro Djokovic ho pianto”

Alcaraz: «Sento il fiato sul collo di Sinner, lui ha un solo segreto: lavora tantissimo»
INDIAN WELLS, CALIFORNIA - MARCH 18: Jannik Sinner of Italy congratulates Carlos Alcaraz of Spain after match during the semifinals of the BNP Paribas Open at the Indian Wells Tennis Garden on March 18, 2023 in Indian Wells, California. Matthew Stockman/Getty Images/AFP (Photo by MATTHEW STOCKMAN / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

“Devo essere al top del mio gioco, in modo che Sinner non mi sorpassi”. Lo dice Carlos Alcaraz a Marca, prima di infortunarsi al torneo di Rio de Janeiro. E’ ormai chiaro che, al momento, il riferimento del tennis mondiale è l’italiano.

“Ho sempre detto che non esiste alcun segreto, in Sinner. Ha lavorato molto duramente e lo ha dimostrato. In ogni torneo è molto concentrato sulle cose che deve fare, è un gran lavoratore. Ne discuto molte volte con Juan Carlos (Ferrero, ndr) quando lo vediamo. Se lo paragono al Sinner di prima, è diventato più professionale. Prima lo era ma ora lo è ancora di più. Il lavoro quotidiano ripaga ed è quello che è successo con Jannik. E sono felice per lui e la sua squadra. Sento il suo fiato sul collo. Devo essere al massimo del mio gioco per cercare di non lasciarmi raggiungere, e per riconquistare il numero uno”.

Alcaraz e le sconfitte

Alcaraz parla delle sconfitte che gli hanno fatto più male, “come quelle di Zverev e Djokovic alle Atp Finals e l’ultima di Jarry a Buenos Aires. Dopo aver perso in semifinale delle Atp Finals di Torino contro Djokovic ho pianto”.

La filosofia di Sinner

Ho tutto, non mi manca niente. Non sono mai stato in discoteca, non mi piace andare a dormire tardi. Preferisco giocare a carte con un amico. So di trattare tutte le persone allo stesso modo: se ho davanti a me il numero 1 della classifica o chi pulisce gli spogliatoi, io mi comporto sempre ugualmente, con educazione. Prima di comprare qualcosa guardo sempre il prezzo, sempre. Se vado al ristorante e la pasta al ragù costa molto più di quella al pomodoro, prendo quella al pomodoro. Non perché sia tirchio, ma perché rispetto il denaro. L’unico regalo che mi son fatto è la macchina. Sono passati molti anni da quando ho spaccato una racchetta. La racchetta è la cosa più importante che abbiamo”.

E ancora: “Tutte le partite che si vincono, non si vincono nel giorno in cui si disputano. Si vincono preparandosi per mesi, forse anni, lavorando per quella partita. Vedremo se questo lavoro servirà anche al primo fallimento, vedremo come reagirò. Ma non ho paura di sbagliare, non ci penso. Non vedo che senso abbia pensarci“.

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