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Riva, i medici: «gli avevamo suggerito un intervento di angioplastica. Lui ha rifiutato»

Dolore e sorpresa dall’ospedale di Cagliari: «Il suo consenso scritto era necessario per l’intervento. Lui ha deciso di pensarci»

Riva, i medici: «gli avevamo suggerito un intervento di angioplastica. Lui ha rifiutato»
Db Dublino (Irlanda) 10/10/2009 - qualificazione mondiali Sud Africa 2010 / Irlanda-Italia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gigi Riva

Nel pomeriggio le prima notizie relativa ad un ricovero di Gigi Riva, come riportato dal Corriere dello Sport: “Paura per Gigi Riva, ex attaccante del Cagliari, della Nazionale e capocannoniere storico dell’Italia. ‘Rombo di Tuono’ è stato ricoverato ieri (domenica 21 gennaio) in ospedale a Cagliari. Due giorni fa infatti, il protagonista dello scudetto rossoblù nel 1970 si è sentito male nella sua casa del quartiere di San Benedetto. Il motivo? Un malore improvviso che ha spaventato la famiglia”

Poi alle 19.53 di questa sera, poco prima che cominciasse la finale di Supercoppa Italiana tra Napoli e Inter, è arrivata la nefasta notizia della morte di Gigi Riva. L’ex campione del Cagliari e della Nazionale era stato ricoverato all’ospedale alle 3 di notte, è deceduto alle 19.10. Alle 10.30 era stato sottoposto a una coronorografia.

Grande shock anche per i medici dell’ospedale cagliaritano Arnas Brotzu dove era stato ricoverato e che sono rimasti sorpresi per il peggioramento repentino delle condizioni di salute.

«Aveva una grave malattia coronarica. Stamattina gli specialisti gli avevano suggerito un intervento di angioplastica. Lui ha deciso di pensarci. Niente faceva pensare a un peggioramento improvviso».

I medici continuano il racconto

«Era stato informato del rischio di morte. Dopo una valutazione di un team multidisciplinare, gli è stato proposto un intervento chirurgico di angioplastica coronarica, che lui ha rifiutato. Il suo consenso scritto era necessario per l’intervento. Sembrava sereno e cordiale inoltre, tranquillissimo. Era d’accordo col comunicare il suo stato di salute, consapevole del bene che la città e la Nazione intera gli volevano».

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