L’allenatore della Roma è già stato virtualmente licenziato. Adesso, alla sua porta bussano “solo arabi o nazionali, ovvero il prepensionamento del pallone”

Il mondo al contrario, secondo Savelli. Su Libero la riflessione sulla condizione degli allenatori che ieri si sono sfidati a San Siro. Da un parte Pioli, dall’altra Mourinho, il verdetto dice che il Milan è superiore alla Roma. Un verdetto che, in verità, era molto difficile sbagliare visto le continue rimostranze verso il “non-gioco” dei giallorossi.
Un tempo i club non potevano permettersi di avere allenatori in scadenza. “Non si poteva lasciare un tecnico in scadenza di contratto perché sarebbe stato delegittimato“, scrive Savelli. Ora il mondo è cambiato.
Pioli e Mourinho, due allenatori in scadenza di contratto e senza più credito
Simili le situazioni di Pioli e Mourinho ma non uguali. L’allenatore del Milan “lavora per convincere la società nonostante abbia lo stipendio garantito fino al 2025 perché dai tifosi è già stato virtualmente esonerato in favore di Antonio Conte“.
La situazione di Mourinho è ben più complessa. “Il portoghese è amato da oltre metà del pubblico romanista nonostante la sequenza di prestazione scadenti e il racconto distopico sul valore della rosa giallorossa, ma è già stato virtualmente licenziato dai Friedkin“.
E ancora:
“Anni fa c’era la coda alla porta di Mourinho e lui se ne andava prima della scadenza dei contratti, lasciando i dirigenti di stucco e tifosi con il cuore spezzato. Ora è lui a chiedere, quasi pregando, il rinnovo, forse perché a bussare sono solo club arabi o nazionali, ovvero il prepensionamento del pallone. Il comportamento dei Friedkin un tempo sarebbe stato un sacrilegio, ora è una sacrosanta strategia di fronte non tanto ai risultati mediocri, ad uno zero assoluto sul piano del gioco e ad una sceneggiata perpetua che sta facendo vacillare anche i più convinti giallorossi mouriniani“.