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Anni fa Mourinho se ne andava prima della scadenza. Ora quasi prega per il rinnovo (Savelli)

L’allenatore della Roma è già stato virtualmente licenziato. Adesso, alla sua porta bussano “solo arabi o nazionali, ovvero il prepensionamento del pallone”

Anni fa Mourinho se ne andava prima della scadenza. Ora quasi prega per il rinnovo (Savelli)
Roma's Portuguese head coach Jose Mourinho talks to a reporter as his team inspects the pitch of the National Arena in Tirana on May 24, 2022 on the eve of the UEFA Europa Conference League final football match between AS Roma and Feyenoord. (Photo by OZAN KOSE / AFP)

Il mondo al contrario, secondo Savelli. Su Libero la riflessione sulla condizione degli allenatori che ieri si sono sfidati a San Siro. Da un parte Pioli, dall’altra Mourinho, il verdetto dice che il Milan è superiore alla Roma. Un verdetto che, in verità, era molto difficile sbagliare visto le continue rimostranze verso il “non-gioco” dei giallorossi.

Un tempo i club non potevano permettersi di avere allenatori in scadenza. “Non si poteva lasciare un tecnico in scadenza di contratto perché sarebbe stato delegittimato“, scrive Savelli. Ora il mondo è cambiato.

Pioli e Mourinho, due allenatori in scadenza di contratto e senza più credito

Simili le situazioni di Pioli e Mourinho ma non uguali. L’allenatore del Milan “lavora per convincere la società nonostante abbia lo stipendio garantito fino al 2025 perché dai tifosi è già stato virtualmente esonerato in favore di Antonio Conte“.

La situazione di Mourinho è ben più complessa. “Il portoghese è amato da oltre metà del pubblico romanista nonostante la sequenza di prestazione scadenti e il racconto distopico sul valore della rosa giallorossa, ma è già stato virtualmente licenziato dai Friedkin“.

E ancora:

Anni fa c’era la coda alla porta di Mourinho e lui se ne andava prima della scadenza dei contratti, lasciando i dirigenti di stucco e tifosi con il cuore spezzato. Ora è lui a chiedere, quasi pregando, il rinnovo, forse perché a bussare sono solo club arabi o nazionali, ovvero il prepensionamento del pallone. Il comportamento dei Friedkin un tempo sarebbe stato un sacrilegio, ora è una sacrosanta strategia di fronte non tanto ai risultati mediocri, ad uno zero assoluto sul piano del gioco e ad una sceneggiata perpetua che sta facendo vacillare anche i più convinti giallorossi mouriniani“.

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