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Superlega, la rivincita di Andrea Agnelli che cita gli U2 e scrive: “Fino alla fine”

L’ex numero uno della Juventus ebbe uno scontro col cugino Elkann: «è una posizione medievale» disse quando la Juve uscì dal progetto

Superlega, la rivincita di Andrea Agnelli che cita gli U2 e scrive: “Fino alla fine”
Db Villar Perosa (To) 04/08/2022 - amichevole / Juventus-Juventus U23 / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli

Superlega, la rivincita di Andrea Agnelli che cita gli U2, la canzone degli U2 “Where The Streets Have No Name”. Con l’aggiunta Love Football e “Fino alla Fine”.

I wanna run
I want to hide
I wanna tear down the walls
That hold me inside
I wanna reach out
And touch the flame
Where the streets have no name
Ha…ha…ha…
I want to feel
Sunlight on my face
I see the dust cloud disappear
Without a trace
I want to take shelter from the poison rain
Where the streets have no name

È la grande vittoria di Andrea Agnelli che con Florentino Perez e Laporta.

LO SCONTRO CON ELKANN QUANDO LA JUVE DECISEW DI USCIRE DAL PROGETTO SUPERLEGA

Scrive la Gazzetta che l’addio alla Superlega della Juventus è stato preceduto un mese fa da una telefonata di fuoco tra Andrea Agnelli e la dirigenza (immaginiamo John Elkann):

Il 6 giugno la Juve ha comunicato la decisione di lasciare, ma prima c’era stata una telefonata di fuoco tra Agnelli, informato della decisione, e i nuovi dirigenti, ai quali l’ex presidente ha rinfacciato un atteggiamento medioevale.

La A22, la società creata per gestire gli interessi della Superlega, è sempre al lavoro. Agnelli e i suoi uomini stanno contattando club europei, anche medi, per coinvolgerli, ma le risposte sono negative. Questi club si chiedono perché due anni fa erano fuori da un torneo chiuso e ora sono invitati a lasciare l’Uefa. In realtà, sanno bene che lo scenario è cambiato, che il torneo chiuso è un autogol clamoroso perché mai l’Ue lo ammetterebbe, essendo contrario ai principi europei. E che la nuova situazione è in realtà una lotta per il potere. Agnelli, Florentino, la A22, vogliono sostituirsi alla Uefa, essere loro gli organizzatori (privati) della futura Champions. 

Superlega, Reichart: «Spero che Agnelli continui a dare il suo contributo al nostro progetto» 

La Stampa intervista Bernd Reichart, amministratore delegato di A22 Sports, la società che vuole rivoluzionare il calcio europeo con la Superlega.

«In questo momento il nostro interesse principale è quello di mettere sul tavolo l’esigenza di un’azione per migliorare il calcio. Sappiamo che i presidenti di Uefa ed Eca non ci appoggiano. Ma noi stiamo dialogando molto con le Leghe più piccole e alcuni club delle Leghe principali. Oltre alle società delle grandi città che non fanno parte dei campionati più ricchi: sono squadre di grande tradizione che hanno bisogno di fare affidamento su un percorso più prevedibile nelle coppe europee per crescere. Altrimenti il gap diventerà sempre più ampio. Molti campionati nazionali stanno perdendo interesse».

Sul format Superlega:

«É troppo presto per scendere nei dettagli. Prima dobbiamo avere una base legale solida. Per questo occorre aspettare la sentenza della Corte di giustizia europea in primavera. A quel punto sarà anche più facile prendere accordi con i club. Quello che possiamo dire adesso è che vogliamo offrire un percorso minimo di almeno 14 partite europee ogni stagione. Così le società avranno una prospettiva sicura a livello di ricavi e visibilità internazionale. Con la possibilità di qualificarsi sia passando dal campionato che dalla prestazione europea della stagione precedente».

Reichart continua:

«Ci saranno divisioni di categoria nell’ambito dei queste 60-80 squadre: le sfide tra grandi squadre con fuoriclasse in campo aumenteranno di sicuro. È quello che chiede il pubblico. Dagli studi in nostro possesso risulta che questa è la richiesta dei tifosi. In Italia la percentuale è molto elevata. Ma allo stesso tempo vogliamo dare più occasioni di sviluppo ai club più piccoli».

Reichart si esprime sulla Champions riformata dalla Uefa, che partirà nel 2024.

«Accresce un problema attuale, cioè il fatto che le sfide attraenti inizino con l’eliminazione diretta. Con la nuova formula aumenteranno ulteriormente le partite senza il passaggio del turno in palio, che non sono rilevanti per il
successo della competizione. Inoltre, format a parte, tanti club medi vogliono un’effettiva applicazione del fairplay finanziario. Il calcio non sarà equilibrato e sostenibile fino a quando ci saranno proprietà con possibilità illimitata di immettere capitali. Questo fenomeno deve essere arginato».

Reichart sulla Juventus:

«Le difficoltà della Juventus non cambiano il livello di impegno del club bianconero. E spero che Andrea Agnelli continui a dare il suo contributo al nostro progetto: apprezzo la sua convinzione che il calcio possa avere una funzione utile anche ad avvicinare i cittadini europei».

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