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Laurent Blanc: «Finalmente in Italia vi siete accorti di Rabiot»

Alla Gazzetta: «Al Napoli scoprii la vera cultura della difesa. Arrivammo quarti con Ranieri in panchina»

Laurent Blanc: «Finalmente in Italia vi siete accorti di Rabiot»

Laurent Blanc, ex difensore sia del Napoli che del Barcellona, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport, dove ha parlato della sfida di Champions tra le sue due ex squadre.

Partiamo da Napoli, salto indietro di trent’anni: che stagione fu?
«C’era Maradona, ma fuori per squalifica, però c’erano pure Careca, Alemao e Zola. E in panchina l’infinito Ranieri. Finimmo quarti. Napoli è una città dove il calcio è più che una passione e mi è rimasta nel cuore»

Quattro anni dopo, il Barça.
«Con Ronaldo il Fenomeno a inizio ciclo, ma pure Guardiola, Luis Enrique e Figo, per me uno del più grandi. Finimmo alle spalle del Real Madrid, ma vincemmo coppa di Spagna e Coppa Coppe»

Adesso il duello in Champions. Sul Napoli:
«Vincere lo scudetto stato qualcosa di straordinario, come lo fu al tempi di Maradona.
Merito di Spalletti, uno del migliori tecnici. Confermarsi non è facile e ancora meno in Champions, ma il Napoli ha dimostrato di essere un big club tenendosi i migliori»

E il Barcellona?
«Attraversa un periodo complicato da un punto di vista finanziario, ma vincere la Liga è naturale. Bello sia successo con l’ex Xavi che sta riportando i valori calcistici tradizionali. Gli ottavi premiano il rilancio, ma in Champions servono mezzi per restare al top»

Sfida tra Osi e Lewandoski:
«Osimehn appartiene alla categoria del fuoriclasse. E’ il cuore di quella città. Fenomenale, giovane, con ampio margine di miglioramento, può diventare uno del più grandi attaccanti. Come Lewandowski, più vicino però alla fine della carriera, anche se continuerà fino in fondo. E’ un duello bellissimo, senza dimenticare altri giocatori come Kvaratskhelia, altro top player»

Un pronostico?
«Al Napoli scoprii la vera cultura della difesa: sembrava che i vostri glocatori nascessero con l’anima del difensore. Ma anche il calcio italiano sta evolvendo ed è positivo. Il Barcellona rimane una vetrina del calcio spagnolo, più offensivo e creativo, ma dovrà farei conti con la difesa italiana. Non mi sbilancio, sarà di certo un grande spettacolo»

Dopo l’esperienza a Lione, la tenterebbe un ritorno in Italia da allenatore?

«Vedremo. In Serie A mi piace il Bologna di Motta, mio giocatore al Psg; non è una sorpresa che faccia bene. Invece finalmente vi siete accorti del valore di Rabiot che può diventare anche più decisivo, con qualche gol in più.
La Juve può lottare per lo scudetto, ma l’Inter ha una rosa più ampla e giocatori top come Lautaro e Thuram. Sarà una corsa a due, appassionante»

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