ilNapolista

Jorge Martin: «Volevo entrare nel team ufficiale Ducati. Se in futuro non mi vorranno, cercherò altro»

A Diario As: «Non è mai abbastanza quello che faccio. Il Mondiale l’ho perso in Indonesia ma in Qatar è colpa di Michelin, è assurdo che neghino»

Jorge Martin: «Volevo entrare nel team ufficiale Ducati. Se in futuro non mi vorranno, cercherò altro»
Sachsenring (Germania) 18/06/2023 - gara Motogp / foto Ufficio Stampa Motogp/Image Sport nella foto: Jorge Martin

Jorge Martin è stato in visita alla redazione del quotidiano spagnolo Diario As e ha rilasciato un’intervista, ha toccato diversi argomenti.

«La stagione è stata lunga e l’obiettivo era entrare tra i primi tre, quindi l’abbiamo raggiunto. Ho iniziato bene e stavo andando veloce a Portimao, ma lì abbiamo avuto il contatto con Marc. All’inizio dell’anno ho lasciato molti punti perché sono caduto ad Austin e sono rimasto indietro in un altro paio di gare. Ma da metà stagione ho cambiato ritmo e ho iniziato a vincere come un matto».

Jorge Martin: «In Indonesia ho vinto il sabato (la sprint, ndr) e sono andato in testa alla classifica ma la domenica è andato tutto storto…». Con quella caduta che ancora fa male allo spagnolo.

«L’Indonesia è stata la chiave della stagione e non è stato un errore in sé ma nella curva precedente sono andato largo di un metro e ho sporcato la gomma anteriore. Nella curva successiva, in cui sono entrato perfettamente, sono caduto. Lì abbiamo solo un metro e mezzo di pista, a Valencia non mi sarebbe successo nulla».

Poi il Qatar dove ha vinto il sabato ma la domenica è finito undicesimo a causa delle gomme.

Jorge Martin: «Il Qatar è stato molto importante ma l’Indonesia lo è stato di più perché sono passato dall’essere in grado di arrivare a +10 a essere a -18…».

Poi parla del rapporto con Michelin che lui indica come responsabile di quel che è successo:

Jorge Martin: «Se la responsabilità è mia, come mai ho vinto il sabato recuperando dal sesto posto? Quando è stata vista una MotoGP slittare? Sono partito male a causa di un problema di pneumatici, perché non c’era grip. Succede quando la gomma è morta, quando ha fatto 32 giri ma con una gomma nuova è impensabile. Sono molto sorpreso da queste dichiarazioni di Michelin, e ancora di più dopo che alla mia squadra è stata garantito a Valencia che quella gomma non era al cento per cento».

Poi il racconto di Valencia.

«Prima della caduta, ho avuto quel problema con Vinales che mi ha ostacolato senza motivo. È strano, perché era l’unico di tutta la griglia che la mattina mi ha detto di stare tranquillo con lui, non mi avrebbe infastidito, ma poi è stato l’unico a darmi fastidio. Ognuno ha le sue ragioni ma non intralcio qualcuno che sta giocando il titolo per un sesto posto. Una cosa è lottare per la vittoria o per il podio, ma per un sesto… Poi ho visto il divario con Marc, sono entrato, mi ha sentito e ha lasciato andare i freni. Forse se fossi stato più aggressivo non saremmo caduti, al massimo saremmo andati lungo o un tocco, ma quando ho preso la moto, l’ho colpita e siamo caduti. Come Simoncelli e Pedrosa a Le Mans 2012».

Scrive As:

Il nome di Márquez è uscito per la prima volta dalla bocca di Martín ricordando quella caduta, ma è tornato sul tavolo come pilota Ducati nel team Gresini.

«Márquez potrebbe avere un vantaggio su di noi all’inizio della stagione perché sarà in sella a una moto che è già stata preparata. Per noi, i test sono molto più complicati perché ci sono molte cose da testare».

«Per me non è un problema che Márquez venga in Ducati. È una grande minaccia, perché è uno dei migliori della storia, ma è una motivazione per me. Se riuscirò a batterlo, mi consacrerò come uno dei migliori».

Il 2024 sarà divertente per quello che succede dentro e fuori pista, perché il mercato sarà frenetico e Martinator sarà uno dei più richiesti. A questo proposito, dice:

«Al cento per cento la mia priorità per il 2025 è una squadra ufficiale. Il mio obiettivo è il Ducati team ufficiale, perché è la casa in cui sto, conosco la moto e ho molta fiducia, ma se non mi vogliono o capiscono che non sono il migliore, cercherò qualcos’altro».

Diario As fa l’esempio di Marini passato dalla Ducati alla Honda.

«La mia posizione è diversa da quella di Marini, perché io sto vincendo e lui no, ma se vedo che la Honda migliora un po’, o che a lungo termine possa essere un progetto vincente, sarebbe una buona opzione. Ma in questo momento con Ducati posso godermela di più».

Anche se è felice per l’ambiente che lo circonda a Prima Pramac, mostra la sua delusione per non essere nella posizione di Bastianini:

«Volevo entrare nella squadra ufficiale e ho fatto pressione al mio manager per avere la possibilità di farlo, ma penso che non dipenda dall’esito del Mondiale. Se Pecco cade a Valencia e io vinco la gara, allora sì? Che senso ha? Mi dà fastidio che non sia mai sufficiente quel che faccio. Non capisco cosa devo fare per dimostrare di più. Capisco che Enea (Bastianini) abbia avuto un brutto anno, ma ha corso 14 o 15 gare e ne ha vinta una perché ha messo la pressione delle gomme anteriori a 1.2. Così vinco anche io. La differenza tra essere nella squadra ufficiale rispetto a un team satellite è che ci sono più persone che lavorano. Preferisco l’atmosfera della mia squadra. La differenza è che gli altri hanno più persone».

ilnapolista © riproduzione riservata