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Galtier a processo per le accuse di razzismo: “Non sono razzista, è difficile gestire il Ramadan”

L’ex Psg si difende dalla accuse di razzismo mosse da Fournier, racconta l’episodio con Todibo e spiega perché il Ramadan può creare difficoltà

Galtier a processo per le accuse di razzismo: “Non sono razzista, è difficile gestire il Ramadan”

Inizia oggi il processo contro Christophe Galtier a Nizza. L’ex allenatore del Psg è accusato di molestie morali e discriminazione basata sull’appartenenza a un gruppo etnico o a una religione specifica. Le accuse mosse per il suo presunto comportamento al Nizza durante la stagione 2021-2022. Ad accusarlo Julien Fournier, ex dirigente del Nizza. Galtier ha sempre negato i fatti di cui è accusato, il tecnico per le accuse di razzismo e islamofobia, rischia tre anni di carcere e una multa di 45.000 euro. Alla fine, la Procura ha chiesto per lui un anno con pena sospesa.

Nel corso del processo, i legali di Galtier hanno chiesto l’annullamento delle accuse. Richiesta poi rigettata dal tribunale di Nizza. Di seguito alcune dichiarazione dal processo riportate da Rmc Sport. Galtier nelle sue dichiarazioni al giudice si è lamentato dell’interrogatorio subito:

«Quando sono stato convocato dalla polizia, è stato un momento difficile. Mi sono trasferito da Cassis a Nizza. Mi trovo di fronte ad agenti di polizia che hanno fatto il loro lavoro. Man mano che la custodia procedeva, ho capito che mi stavano interrogando. A poco a poco, mi sono chiuso e ho trovato difficile rispondere. Risponderò a tutte le domande oggi».

Dalla lettura degli atti e dei verbali si capisce che tutta la vicenda potrebbe essere una sorta di vendetta di Fournier contro Galtier. Secondo il primo, il tecnico ex Psg sarebbe responsabile del declino professionale del dirigente.

Il giudice che presiede il processo legge il verbale di una prima udienza di aprile: “Ciò che mi preoccupa è che quando Julien Fournier capì che stava per perdere il suo posto e che Christophe Galtier era, secondo lui, il responsabile. Ha deciso di ucciderlo professionalmente“.

In ogni caso, il processo si concentra sul presunto razzismo mostrato da Galtier contro giocatori musulmani impegnati con il Ramadan. A proposito del digiuno religioso, Galtier dichiara:

«Come ho fatto in tutti i club e nei gruppi che ho dovuto gestire, la questione del digiuno è un problema. Avevamo già dei dubbi all’inizio della stagione. Quando vediamo il calendario delle partite e riflettiamo sulle ambizioni di Ineos di portare il Nizza in Champions League, iniziano i dubbi. Sono molto felice di lavorare con Julien Fournier e a Nizza. Ma quando vedo che le partite decisive coincidono con il periodo di digiuno, so che quel periodo è importante e allora chiedo qual è la strategia per quel periodo».

A sostenere la tesi di Galtier, depone poi un medico, il dottor Hakim Chalabi, ex direttore sanitario del PSG:

«Tutti pensano sia un problema di nutrizione. Ma non solo. Il fattore responsabile del calo di rendimento è il debito di sonno durante la terza settimana di Ramadan. Ci sono dei rischi in quel momento. Per questo volevo dire che un allenatore e un medico che non integrano il Ramadan hanno una cattiva condotta professionale. Non si tratta dell’aspetto religioso. Si tratta di un calo del 30%, sulla base di studi effettuati sui piloti di caccia marocchini».

Galtier ha anche raccontato l’episodio con Todibo:

«Il 26 marzo ho parlato con Jean-Clair Todibo delle convocazioni. Si tratta di uno scambio allenatore-giocatore. Frédéric Gioria (collaboratore di Galtier, “imposto” da Fournier) è la persona più razzista che abbia mai incontrato nel calcio. Il Ramadan, l’anno prima, era stato un vero disastro: alcuni dormivano per terra. Chiedo di vedere Jean-Clair Todibo. Lo incontro in ufficio e gli parlo della gestione del digiuno il giorno della partita. Mi guarda educatamente. È musulmano rigoroso, lo sapevo. Siamo brevi e mi dice: “Mister, ho uno chef che viene a vivere con me. Ho messo in atto tutte le precauzioni per rimanere il più efficiente. Non cambierò la mia posizione. Praticherò il digiuno il giorno della partita”.

Sono più che turbato perché il rapporto con i miei giocatori è quello di padre-figlio. E mi ritrovo di fronte a un giocatore, di fronte al mio giocatore, che è molto diretto con me perché Frédéric Gioria mi ha teso una trappola. Ho capito subito e mi sono rivolto a Frédéric Gioria. Gli ho chiesto: ‘Come mai tu, che hai vissuto il Ramadan l’anno scorso, mi mandi a sbattere contro un muro?’. Jean-Clair Todibo ha praticato il digiuno del Ramadan il giorno della partita».

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