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Simeone: «Segnare al Bernabeu, per un tifoso dell’Atletico come me, sarebbe speciale»

A Marca: «Bisogna essere “pazzi” come i tifosi per capire bene Napoli. Al largo Maradona ci sono andato di lunedì sera, è l’unico momento in cui posso godermelo».

Simeone: «Segnare al Bernabeu, per un tifoso dell’Atletico come me, sarebbe speciale»
Ci Napoli 07/05/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Fiorentina / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Giovanni Simeone

Giovanni Simeone è stato intervistato dal quotidiano sportivo spagnolo Marca in attesa del match di Champions tra Real Madrid e Napoli:

Che Napoli troverà il Real Madrid?

«Una squadra con molta energia. Veniamo dalla vittoria contro l’Atalanta (1-2). Stiamo iniziando un percorso per lottare per le prime posizioni in classifica. Non vediamo l’ora di fare una grande partita a Madrid».

Avete avuto un inizio di stagione discreto. Si spiega con l’energia spesa per lo scudetto vinto?

«Abbiamo fatto qualcosa di storico. E la testa gioca molto sul fatto che ti rilassi o ti fa pensare che tutto sia facile. Le squadre prima affrontavano l’aspirante ‘Napoli’; ora stanno affrontando la squadra campione e vogliono batterci. Ma siamo già sulla strada giusta per ricominciare.»

Napoli è passione…

«Devi essere appassionato come i tifosi per capirlo. Bisogna essere altrettanto pazzi per il calcio per essere in grado di capire e giocare in una squadra come questa. Per la passione e la sensazione di vivere ogni partita come se fosse l’ultima. Non è facile da gestire la vita quotidiana in città. Molte volte si cerca di evitare luoghi dove ci sono molte persone, perché non c’è una persona che non ti conosce. Cerco di essere il più normale possibile, cerco di andare al cinema… Ma molte volte ho messo berretto o occhiali per cercare di evitare di essere visto. Mi piace essere una persona normale, e a volte è difficile».

E per andare al largo Maradona?

«Di notte, di lunedì. E’ l’unica volta che posso godermelo. L’unico pazzo che ci è andato quando il Napoli ha vinto contro l’Udinese è stato mio padre. Si nascose. Gli mandai un messaggio e mi disse: “Sono al murales di Diego.” Ho pensato,” Quest’uomo è pazzo”. Era con una mascherina e gli occhiali».

Quando sei arrivato al Napoli, ti hanno chiesto pazienza per giocare. Ce l’hai ancora?

«Continuo a viverla con equilibrio e tranquillità. C’è pazienza per poter mantenere la testa equilibrata. Vedo cose che possono essere migliorate e che mi motivano, con un team forte e con colleghi da cui imparo. Siamo a soli otto punti dal primo posto. Ovviamente abbiamo Osimhen e Raspadori, due attaccanti molto bravi, con caratteristiche diverse dalle mie. Ma mi sto preparando a dare all’allenatore risposte. Ovviamente, voglio sempre giocare di più e segnare più gol perché sono ambizioso».

La tua storia con la Champions…

Simeone: «È iniziato tutto quando avevo 13 anni. Ho iniziato ad appassionarmi al calcio europeo. Mi piaceva guardare le squadre che hanno vinto la Champions League: Inter, Chelsea… Ho passato più tempo a guardare quelle partite che quelle argentine. E questo mi ha portato a fare qualcosa di folle. Un giorno ho visto una partita di Eto’o al Barça e ho visto che esultava toccandosi l’avambraccio; sono andato a casa e ho detto ai miei genitori che volevo farmi un tatuaggio della Champions League e il giorno in cui ho segnato il primo gol gli avrei dato un bacio».

Segnare al Bernabeu sarebbe speciale?

«Sì, soprattutto perché è una partita importante. Non lo vedo come un grande sogno. Un grande sogno sarà segnare un gol nella finale di Champions League e vincerla. Ho vissuto tutta la mia vita tifando l’Atletico Madrid e segnare al Bernabeu sarebbe qualcosa da raccontare ai miei figli».

Cosa pensi del Real Madrid?

«Una squadra forte, con grandi giocatori. Uno stadio con tanti tifosi caldi, uno di quei campi dove tutti, da bambini, sognano di giocare una partita un giorno. Adoro Bellingham. È sempre alla ricerca di posizioni, dando opzioni ai compagni. È un ragazzo che ha un grande potenziale, al di là di quello che vediamo. Mi piace molto».

Il vostro presidente, De Laurentiis, è un uomo tutto passione. Riesci a immaginarlo gridare per un gol in tribuna al Bernabeu?

«Molte volte il presidente riflette anche un po’ i tifosi e la città. Mi piace che il presidente sia anche quel pazzo che festeggia molto per i gol. È un tifoso e uno che gioca un ruolo molto importante per il club. Se lo facesse, sarei felice».

Ti vedremo un giorno ne La Liga?

Simeone: «Per fortuna ho ancora un sacco di anni davanti e spero che possa accadere. Il calcio gira molto e spero che un giorno sarò in grado di essere vicino a mio padre e non dover prendere un aereo per vederlo».

Hai una speranza di tornare nella Nazionale argentina?

Simeone: «Ho sempre cercato di mostrare al tecnico chi voglio essere. Ma ci sono altri giocatori che sono allo stesso livello o forse più alti del mio. E questo è rispettabile perché è il tecnico che deve scegliere. Cercherò sempre di trovare un modo per essere in quella squadra. Non mi piace mai dire che questo non è giusto o che è sbagliato, perché mi metto al posto di un allenatore e scegliere i giocatori della Nazionale non è facile. Sono tutti grandi e con un livello molto alto».

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