De Laurentiis ha fatto tornare popolare l’esonero ai piani alti della serie A (libero)

Il presidente del Napoli introduce una differenza rispetto al passato: ha fatto di tutto per non licenziare Rudi Garcia. Si è pure trasferito nel centro sportivo

Tudor De Laurentiis Champions Napoli superlega

Italian film producer, owner and chairman of Italian football club Napoli Aurelio De Laurentiis attends the '130 years of Il Mattino' Italian daily newspaper event at the Royal Palace in Naples, Southern Italy, on May 25, 2022. (Photo by Eliano Imperato / Controluce via AFP)

Claudio Savelli sulle pagine di Libero scrive oggi dell’esonero, una pratica che, almeno tra le big italiane, non è molto in uso, ma che De Laurentiis ha rivalutato negli ultimi mesi.

“L’unica grande di serie A ad aver cambiato allenatore negli ultimi due anni e mezzo è il Napoli. Due volte, peraltro. Prima Rudi Garcia per Spalletti, ora Mazzarri per Rudi Garcia”.

Uno dei motivi, secondo Savelli, è che i proprietari delle grandi squadre sono oramai stranieri, o ancora grandi cordate straniere, che non sono abituati a licenziare durante la stagione.

“Non badano ai sentimenti, preferiscono leggere i numeri a fine annata e valutare se è il caso di continuare o meno. Non a caso l’unico esonero è firmato De Laurentiis, presidente italiano vecchia scuola, con una differenza rispetto al passato: ha fatto di tutto per non licenziare Rudi Garcia. Si è pure trasferito nel centro sportivo”.

Una decisione, quella di De Laurentiis, inevitabile e, anzi, arrivata in ritardo.

“Ha atteso, fin troppo, per procedere perché l’esonero era un’ammissione di colpa, se è vero che Rudi Garcia lo ha selezionato lui, senza consiglieri. Ma alla fine si è reso conto che il cambio era inevitabile. Il ciclo di Rudi Garcia non solo non era cominciato ma stava anche cancellando quello precedente di Spalletti, ancora aperto stando a come la rosa è stata preservata in estate. L’esonero è così tornato a popolare i piani alti della serie A dopo due anni e mezzo. Subentra in corsa Mazzarri, un allenatore che dal grande giro era ormai escluso, e porta immediatamente una vittoria che il Napoli pre-sosta non avrebbe ottenuto perché a Bergamo serve tutto ciò che il Napoli pre-sosta non aveva: convinzione, serenità, coesione. La reazione al cambio è quasi scontata, resta tutto da confermare sul lungo periodo quando questa svanirà, però Mazzarri sembra essersi presentato nei modi giusti: sereno, sorridente, addirittura scherzoso, lui che tendeva sempre al lamento”.

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