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Malagò: «Agnelli chiamava all’alba, Lucrezia gli disse: “A quest’ora non dovete chiamare più”»

Al Corsera: «Rispose lei al telefono: “Giovanni non ha il coraggio di dirvelo”. Quando la vide, le disse: «Che carattere fumantino»

Malagò: «Agnelli chiamava all’alba, Lucrezia gli disse: “A quest’ora non dovete chiamare più”»
archivio Image / Spettacolo / Lucrezia Lante Della Rovere / foto Beescoop/Image

Giovanni Malagò, presidente del Coni, intervistato dal Corriere della Sera.

Lucrezia Lante della Rovere, madre delle sue gemelle.

«Una mattina, alla solita chiamata dell’Avvocato all’alba, rispose lei al telefono: “Giovanni non ha il coraggio di dirvelo, a quest’ora non dovete chiamare più!”. Glielo riferirono e quando ci vedemmo a cena disse a Lucrezia, con la sua erre: “Che caratterino, fumantino!”».

Le chiamate all’alba di Agnelli erano dunque vere?

«Certo e siccome ero amico di Spiro, il centralinista romano, gli avevo chiesto di mettermi in fondo alla lista: guadagnavo mezz’ora di sonno».

Le piacerebbe amministrare Roma?

«Sì perché soffro troppo a vedere certe cose. No perché dovrei fare compromessi».

Vincerebbe a mani basse?

«Sarebbe inelegante dirlo, ma i sondaggi registravano un certo gradimento. Ad eccezione dei 5 Stelle ho ricevuto offerte da tutti i partiti».

Giovanni Malagò, quanti numeri ha in agenda?

«Non li ho mai contati, sul cellulare saranno un migliaio. Ma la mia segreteria, che è molto ben organizzata, ne ha rubricati decine di migliaia».

Quanto contano le pubbliche relazioni?

«Molto, se rivesti un ruolo in cui le relazioni ti aiutano ad esercitarlo al meglio. Alzare il telefono ed evitare tutta una serie di perdite di tempo è un vantaggio».

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