Al CorSera per i suoi 80 anni: «Ci sono io per fare il ct della Nazionale. La prima cosa che farei è proibire i telefonini negli spogliatoi»

Gianni Rivera compie 80 anni. Lo intervistano un po’ tutti. Vorrebbe fare il ct della Nazionale. Ecco cosa dice al Corriere della Sera.
Gli allenatori non danno indicazioni utili? Mica sono tutti Rivera in campo.
«Tutto cinema. Non è chiaro cosa sentano i calciatori che poi sanno già cosa fare».
«Non sono tipo da bilanci, per me l’età non esiste: Mick Jagger e Paul McCartney fanno ancora concerti, alla Casa Bianca c’è un signore che ha la mia età, John Glenn a 77 anni è tornato sulla Luna, perché io non posso fare l’allenatore a 80?»
Rivera più volte si è proposto a ct dell’Italia, e dopo le dimissioni di Mancini ribadisce la sua disponibilità:
«L’ho detto a Gravina: sono a disposizione per fare il ct. Tavecchio aveva pensato a me dopo Ventura però non avevo ancora il patentino e gli allenatori si erano opposti, anche se ci sono state altre eccezioni. Costacurta mi disse che non avevo esperienza, ma ho fatto l’allenatore in campo per 20 anni».
Cosa direbbe a un gruppo di ragazzi?
«La prima cosa che farei è proibire i telefonini negli spogliatoi. Se potessero li porterebbero anche in campo».
Troverebbe una chiave per comunicare?
«Sì, i ragazzi capiscono. Insisterei sulla tecnica».
Tornando alla nazionale, Rivera commenta la vicenda Mancini e ricorda la sua esperienza in nazionale:
«Io ripenso sempre a perché mi abbiano impedito di giocare la partita più nelle mie corde, quella col Brasile ai Mondiali del Messico, almeno il secondo tempo. Mazzola nell’intervallo si stava già slacciando le scarpe, quando Valcareggi gli ha detto di proseguire».