De Laurentiis: «Oggi incontro Piantedosi, o si eliminano i violenti o diciamo addio al calcio»
Parlando del problema stadi in Italia: «Il sindaco di Firenze è nemico del calcio italiano, mi meraviglio perché è di origini napoletane»

Napoli 16/03/2023 - comitato di ordine e sicurezza pubblica / foto Image nella foto: Aurelio De Laurentiis
Aurelio De Laurentiis continua a parola, procede al ritmo di una-due esternazioni al giorno. Oggi è intervenuto all’evento “Merger & Acquisition Summit 2023” in svolgimento a Milano. Ha parlato del rapporto tra calcio e impresa.
Sui fondi?
«Sono una cosa importantissima ma sottraggono la redditività al settore stesso. Sono stato sempre contrario ai fondi perché di calcio non capiscono niente e, essendo un mondo complicato, non è detto che ti assicurino il risultato. Nella nostra Lega mi da fastidio che i manager non sono presenti, non tutti sono come Scaroni che ha una cultura imprenditoriale di razza, ci sono altri che hanno paura di essere eliminati da qualche squalo. Ad Unicredit avevo chiesto d’anticiparci 1 miiliardo all’anno dando come garanzie le revenue e avevano accettato»
«Mi chiedevo spesso perché dobbiamo andare da Sky, che sono giovani e nascono dal cinema. Stanno chiudendo, l’hanno fatto in Germania. Il nostro amministratore delegato mi diceva perché non ce la compriamo noi per un miliardo? Sono cose diverse, io sono abituato a fare i contenuti, non i contenitori»
Sugli stadi
«Gli stadi devono dare redditività se aperti 365 giorni l’anno, non per 20 partite. Siamo il Paese più bello del mondo ma anche il più ingessato. Molti vogliono fare presa invece che impresa»
Sulla Governance
«Siamo scarsi, mancano persone preparate per farlo che vanno scelte dopo aver fatto un programma. Che cosa voglio ottenere? Di licenziare i miei diritti ai miei tifosi nel mondo intero? Come lo faccio? Cosa incasso? 3-4 miliardi anziché 1,5? Bene, chi metto all’opera? Il presidente è appena arrivato e sta modificando lo statuto ma il problema grosso è la pirateria. Avevamo 4,3 milioni di abbonati tra Sky e Mediaset, oggi con Dazn, Tim e Sky siamo a 1,9 milioni, ne abbiamo persi 2,4 che in termini di fatturato è tanto. Come si recuperano? Mettendo un tappo. Altrimenti puoi chiamare tutti i manager e fondi ma poi senza trippa per gatti scappano»
Ancora sugli stadi
«Siamo il paese più appariscente del mondo, poi il più violento con mafia, camorra, ndrangheta: non aiuta. Mentre prima la Thatcher e poi gli altri, visto che la Thatcher fu anche contestata e nel 1991 vennero modificate le regole per gli stadi inglesi. Chi ci protegge? Dobbiamo fare gli stadi per farceli distruggere? A San Siro fu buttato un motorino dagli spalti. Ieri al Coni un signore di Firenze illustrava la facilità di costruire gli stadi, non è vero: vicino a me c’era Fenucci del Bologna che mi diceva ‘ma cosa sta dicendo?’. L’Italia è il paese di Corte dei Conti e Sovrintendenze, il calcio dovrebbe avere via libera: se i Comuni non mettono soldi negli stadi, cedetelo ad un euro alla società che promette di investire tanti milioni. Dagli le autorizzazioni per farlo, e invece poi esce fuori che non si può fare il residenziale. Dieci anni fa andai a vedere lo stadio dell’Arsenal, aveva 250 salottini e chiesi quanti ne avessero venduti: fu una operazione con cui si costruì lo stadio nel centro di Londra e tanti metri quadrati residenziali. Il sindaco di Firenze è nemico del calcio italiano, mi meraviglio perchè è di origini napoletane. Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso mi dice che gli impediscono di fare tutto. Quando feci il film ‘Tifosi’ dissi che stavano messi bene, non conoscevo il calcio poi l’ho toccato con mano. Sarebbe facile far partire una forza realizzativa in tutta Italia, ma ci vorrebbe Decaro, il sindaco di Bari, che raduna tutte le sovrintendenze e chiede di implementare o meno il calcio italiano»
«Vengo sempre accusato di inneggiare ad un modello NBA, ma il gioco del calcio andrebbe rivisitato: c’è un intervallo di 15 minuti, i ragazzi a casa che giocano riprendono la partita dopo il 46′? Io non credo, li stiamo perdendo tutti ma continuiamo a fare la televisione con chi apparteneva al mondo del calcio di 20-30-50 anni fa»
Sui violenti
«Se non saniamo il problema dei violenti, non dei tifosi che sono anche perbene, di quella frangia delinquenziale che andrebbe eliminata con un decreto. Incontrerò il ministro Piantedosi, dieci giorni fa ho preso appuntamento per dirgli che se non si risolve il problema possiamo dire addio al calcio»
In Champions League un padre ed un figlio possono avere due squadre, in Italia no: un fondo straniero si muove così, quando un anno fa mi hanno offerto 2,5 miliardi e mezzo per il Napoli mi sono chiesto: ma mi servono? Avrei dovuto comprarmi una squadra in Inghilterra, ma io ho origini napoletane.
Il Napoli ha un valore?
«È un giocattolo della famiglia De Laurentiis, non vedo motivi per cederlo fin quando non ci stancheremo. Eravamo abituati a fare 15-17 film all’anno, cinque anni prima del Napoli offrii 125 miliardi a Ferlaino che mi fece causa. Ero a Capri e lessi che Gaucci da Santo Domingo diceva di comprarsi il Napoli: era fallito, decisi contro il parere della mia famiglia, Luigi mi disse che non c’entravo nulla col calcio. Invece se uno ha voglia e ci crede, può avere successo anche in un altro campo
Sul Bari
«Il Bari va venduto fin quando non cambiamo la legge, se la cambiassero come in Europa mi sarebbe piaciuto da uomo del sud. Il sindaco Decaro mi fece una testa così, Luigi era a Londra per un film e mi disse che non gliene fregava nulla: dopo un’ora mi disse che c’aveva pensato ma avrei dovuto lasciarlo fare. L’ho indirizzato per un anno, in Serie D, ed è stato bravissimo ad entrare in un mondo di cui non conosceva nulla. Io ho tre figli: Valentina ed Edo lavorano nel Napoli, Luigi potrebbe farlo. Siamo passati da contenuti filmici alle serie televisive, è un modo di scrivere ed immaginare completamente diverso»
Champions League?
«Ho visto che Paolo Scaroni non è venuto a Napoli, magari non andrò io a Milano e porterà fortuna»