Palmisano: «Sono stanca e frustrata. Ho anche pensato di smettere»
L'atleta spiega alla Gazzetta che non riesce a recuperare nonostante l'intervento: «Succede che in allenamento mi capita di perdere il controllo della gamba»

Tokyo (Giappone) 06/08/2021 - Atletica Leggera Marcia 20 Km / Olimpiadi Tokyo 2020 / foto Imago/Image Sport nella foto: Antonella Palmisano
Antonella Palmisano si è lasciata andare in una lunga intervista tra le colonne della Gazzetta dello Sport. La campionessa olimpica, martedì sera, all’Istituto di Scienza e Medicina dello Sport di Roma, s’è sottoposta a una risonanza magnetica all’anca sinistra che, pur operata a fine settembre 2021, la limita ormai da due anni.
Antonella, cosa succede?
«Succede che in allenamento mi capita di perdere il controllo della gamba. È accaduto anche giorni fa, durante un test del lattato. Io do l’impulso di marciare, la gamba scappa via, si mette a correre. Avverto delle fitte e ho la sensazione di non poter gestire l’arto inferiore. Ho autonomia per una quarantina di minuti, per 7-8 km, non certo per una 20. Poi sento male».
Continua Palmisano
«Dopo aver provato tutte le terapie possibili e immaginabili, mi sono fatta operare perché, pensando ai Giochi di Parigi 2024 quale obiettivo ultimo, era l’unica soluzione per andare avanti. E poi eccomi qui, di nuovo impossibilitata a lavorare come vorrei: se questi sono i risultati… Lo stesso Pacciani mi ha detto: “Palmisano, ancora lei? Pensavo fosse tutto risolto».
Cosa c’è nel suo domani?
«Sono stanca e frustrata, ma se il referto confermerà la prima ipotesi, ancora pronta a lottare. Dovrò tornare a Bologna, dove sono stata operata all’Istituto ortopedico Rizzoli dall’equipe del dottor Dante Dallari. C’è il caso che debba sottopormi a cicli di cortisone. Ho bisogno che qualche lampadina si accenda, diversamente chi me lo fa fare?».
Cosa prevederebbero i suoi programmi agonistici?
«La scelta di Madrid non era casuale: ho ripreso a gennaio, non ho una gran base di lavoro alle spalle. Ma al netto degli ultimi sviluppi, in una 10 km, anche di livello internazionale, avrei potuto dire la mia. Da lì avrei puntato sulla 20 degli Europei a squadre di Podebrady, in Repubblica Ceca, del 21 maggio, per andare a caccia del minimo per i Mondiali di Budapest (1h29’20”). Per la prima volta in carriera non l’ho».
Tutto sospeso, mentre le altre non stanno a guardare.
«La spagnola Maria Perez è appena scesa a 1h25’30” nella 20 km (russe a parte, la miglior europea di sempre, ndr), la peruviana Kimberly Garcia, doppia iridata, col 2h37’44” del primo record del mondo ufficiale della 35, ha dimostrato che organicamente è al top e chissà quanto potrà fare sulla distanza più corta. Insomma: bisognerà pedalare. E quanto vorrei poterlo fare».