Non ha comprato un attaccante in due sessioni di mercato. Chiedere a Sarri la qualificazione è come dire il falso in un tribunale davanti ai giudici

Sul Corriere dello Sport, Alberto Dalla Palma commenta il pareggio a reti inviolate tra Bologna e Lazio, ieri sera, in campionato. Il Bologna si è presentato all’appuntamento con tre attaccanti, la Lazio non nessuno. Un grave errore di valutazione da parte del club biancoceleste sia sul mercato estivo che su quello invernale: ha creduto di poter giocare tutta una stagione con il solo Immobile.
“Il povero Sarri, invece, si è presentato ancora una volta – ormai non le contiamo più – senza un attaccante, perché se il Bologna ne ha tre, la società biancoceleste aveva mal pensato durante il mercato estivo che fosse sufficiente Immobile per un anno intero e adesso rischia di pagare i danni di tale scelta, reiterata anche a gennaio. Priva ancora del suo capitano, la Lazio, come era già accaduto in Europa contro l’Az, si è smarrita in area dove nessuno degli altri giocatori di Mau è specializzato nella stoccata vincente”.
Chiedere a Sarri la qualificazione in Champions è una follia. Lotito ha dimenticato, evidentemente, che non ha comprato giocatori che potessero aiutare il suo allenatore.
“Chiedere a Sarri un posto in Champions, che resta alla portata solo perché la penalizzazione della Juve ha aperto uno slot imprevisto, è come dire il falso in un tribunale davanti ai giudici: e chi prima ha evitato di investire su un secondo attaccante, pur buttando tanti soldi su giocatori che sopravvivono in panchina ignorati dal tecnico, adesso chiede un piazzamento che vale come base di partenza tra i 20 e i 40 milioni”.
Lotito, continua il quotidiano,
“deve aver rimosso dalla sua mente la scelta di non prendere un vice Immobile nelle due sessioni di mercato a disposizione. E come fa poi, insieme al suo diesse Tare, a chiedere a Sarri, che ha cambi limitati e non competitivi rispetto alle spese effettuate, un posto tra le prime quattro? Lo spieghi pubblicamente, con un po’ di coraggio, sollevando il tecnico da un obbligo incomprensibile”.