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Lewandowski: «Tutti vogliono imitare il Guardiola del Barcellona, ma il City non gioca più così»

Nell’intervista: «Ancelotti mi ha fatto avere fiducia in me stesso. È un essere umano impressionante, una persona che si prende cura di te»

Lewandowski: «Tutti vogliono imitare il Guardiola del Barcellona, ma il City non gioca più così»
2022 archivio Image Sport / Calcio / Barcellona / Robert Lewandowski / foto Imago/Image Sport ONLY ITALY

Il bomber del Barcellona, Robert Lewandowski, ha rilasciato una lunga intervista ad Eleven Sports Polonia dove ha parlato della sua prima stagione al club blaugrana. Il polacco si sente in una buona forma fisica e vuole dare il massimo per il suo club:

«Sono in buona forma, ma so che le ultime settimane non sono state facili per me. Per molte ragioni diverse. Ma questo è il calcio e a volte arrivano questi momenti. Soprattutto perché come club e come squadra stiamo attraversando un percorso. Non tutto va sempre per il verso giusto. Sapevo venendo al Barcellona che nella mia prima stagione non sarei stato in grado di pensare a tutti i record che volevo battere».

Il Barcellona in questa stagione:

«Abbiamo una buona squadra. Può darsi che con uno o due cambi saremmo più forti. In questa stagione abbiamo avuto problemi in Champions League ed è quello che dobbiamo correggere. Non siamo ancora pronti per competere ai massimi livelli. Nel calcio è impossibile cambiare qualcosa in una settimana o in un mese. Richiede tempo. Ho sempre voluto giocare in campionato».

Sul suo ex allenatore Ancelotti :

«Ancelotti mi ha fatto avere fiducia in me stesso. Mi ha dato qualcosa che prima non avevo. È un essere umano impressionante, una persona che si prende cura di te. Per lui la cosa più importante è essere una brava persona, non parlare di tattica. È un uomo da cui imparare».

Domenica ci sarà il Clasico:

«È la partita  più importante del mondo perché ci sono molti tifosi che la guardano. Anche io la vedevo così quando non ero al Barcellona».

Lewandowski dice che Dembélé è la più grande sorpresa scovata a Barcellona:

«Dembélé è il giocatore che mi ha sorpreso più positivamente dal primo allenamento a Barcellona. Ha talento, qualità ed è molto veloce. Può essere il miglior giocatore al mondo nel suo ruolo. A volte si infortuna, ma se è in campo può fare qualsiasi cosa con la palla, perché è talento puro».

Lo stile:

«È importante adattarsi ai cambiamenti e fare un passo avanti e non provare a giocare in un modo particolare se non hai i giocatori giusti per farlo. Tutti vogliono imitare Guardiola del Barcellona. Ma se guardi giocare il City, non gioca più così. Il calcio è in continuo movimento. Dieci anni fa tutte le squadre volevano giocare a tiki-taka».

Gavi:

«Gli ho detto che deve imparare l’inglese. Se vuoi essere una persona internazionale, devi farlo. Guarda quanti anni ho e sto imparando lo spagnolo».

Pedri:

«Ha un grande controllo del gioco, ma l’obiettivo del calcio è fare gol, quindi gli ho detto che deve fare gol e non solo, dare assist. Gli ho detto di non avere paura in attacco. Lo dico sempre a Pedri e Gavi. Se abbiamo segnato un gol, perché non provare a farne un altro?».

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