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In Europa, negli ultimi 20 anni, l’uso degli antidepressivi è aumentato del 147%

Su Repubblica. Eppure, spiega l’esperto, «non abbiamo una definizione soddisfacente di depressione e non ne conosciamo le cause».

In Europa, negli ultimi 20 anni, l’uso degli antidepressivi è aumentato del 147%

Repubblica dedica un articolo alla depressione, il male del secolo. In vent’anni l’aumento di antidepressivi è aumentato del 147% secondo i dati Ocse.

“Se nel 2000 per star meglio avevamo chiesto aiuto a 30,5 pasticche (calcolate fra quelle assunte in un giorno ogni mille persone), nel 2020 siamo saliti a 75,3, con un aumento in vent’anni del 147%”.

Al primo posto in Europa per consumo di farmaci ci sono i paesi nordici: l’Islanda con 153 dosi, la Gran Bretagna con 108 e la Svezia con 105. Al secondo posto c’è il Portogallo con 131. L’Italia, con 39 dosi e un aumento del 14%, resta sotto alla media europea.

Secondo il professor Alfonso Troisi, che insegna Psichiatria all’università di Roma Tor Vergata, a pesare molto sulla diffusione della depressione è il contesto sociale. Ma a sorprendere è che, nonostante la diffusione del male e l’aumento del consumo di farmaci, ancora non esiste neppure una definizione accurata della malattia.

«Il contesto sociale conta molto. La depressione va spesso a braccetto con solitudine e mancanza di affetto. La realtà è che non abbiamo una definizione soddisfacente di depressione. Né conosciamo con precisione le sue cause o il meccanismo che la genera. E’ come se volessimo trattare il diabete senza saper bene se è di tipo 1 o 2 o da cosa sia provocato».

Troisi continua:

«Usiamo la parola depressione come usiamo la parola febbre: dietro a una singola espressione si nascondono condizioni di origine e gravità diversa. I farmaci che abbiamo per combattere la depressione poi non sono nati dalla conoscenza dei meccanismi del cervello. Per caso, a partire dagli anni ’50, abbiamo notato che alcune sostanze messe a punto per usi diversi erano efficaci anche contro i sintomi psichiatrici».

Contro la depressione sono testati da anni, alcuni allucinogeni, spiega Repubblica.

“Psilocibina (il principio attivo dei funghi magici), Lsd, Mdma (più nota come Ecstasy) e l’anestetico ketamina sono da alcuni anni testati come antidepressivi, per combattere le dipendenze o alcuni disordini alimentari. In diversi casi hanno anche ricevuto l’approvazione delle autorità regolatorie e possono essere comunemente usati nella cura dei pazienti”.

In Europa, nel 2019 è stato autorizzato lo Spravato, farmaco a base di ketamina (o esketamina, come è anche conosciuta).

“E’ uno spray nasale riservato ai casi più gravi di depressione che non hanno tratto benefici dai farmaci tradizionali. La particolarità è che il paziente deve restare nello studio dello psichiatra, sotto osservazione, fino a quando l’azione della sostanza non è terminata: anche per diverse ore”.

 

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