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De Laurentiis: «I diritti tv vanno ripensati, vanno venduti a più piattaforme non solo a due o tre»

Alla Bild: «Il calcio ha 150 anni e come altri sport, dobbiamo cambiare il gioco. Come ultimamente ha fatto la Formula Uno, con successo»

De Laurentiis: «I diritti tv vanno ripensati, vanno venduti a più piattaforme non solo a due o tre»
Italian businessman Aurelio De Laurentiis arrives for the screening of the film "Freaks Out" presented in competition on September 8, 2021 during the 78th Venice Film Festival at Venice Lido. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis è stato intervistato dal quotidiano tedesco Bild. Nella lunga intervista, De Laurentiis, definito dalla Bild “il proprietario di club più brillante d’Europa“, detto la sua sull’industria del calcio proponendo delle innovazioni:

«Il problema è che i responsabili delle decisioni nel calcio provengono dalla vecchia generazione e non pensano ai giovani. Non vogliono più stare due ore davanti alla televisione. Sei abituato alla velocità – sul tuo smartphone o tablet. Abbiamo bisogno di un nuovo ritmo nel gioco e nell’interazione. Sono favorevole all’abolizione dell’intervallo, ma a due minuti di pausa ogni dieci minuti per consentire agli allenatori di intervenire. Ci devono essere molti più cambi di giocatore possibili. Un cartellino giallo è una penalità di dieci minuti e un cartellino rosso è una penalità di trenta minuti. Sto pensando a piccole telecamere sulla testa, nelle scarpe o sulle ginocchia. Il calcio ha 150 anni e come molti altri sport, dobbiamo cambiare il gioco. La Formula 1, ad esempio, ha fatto molto bene negli ultimi anni e ha offerto agli spettatori spunti completamente nuovi».

La Bild incalza Del Laurentisi: “Ha molto da fare lì…

«Dobbiamo anche ripensare i diritti televisivi e non venderli più solo a due o tre grandi emittenti televisive. Si tratta di costruire un ponte tra club e tifosi. Noi club dobbiamo essere in grado di vendere le nostre partite direttamente ai nostri fan, su molte piattaforme diverse. Che sia via satellite, via DVB-T o su Internet tramite Netflix, Paramount, DAZN, Sky, Apple, Discovery, Disney+ ecc. Tutti sarebbero fornitori dei nostri giochi e manterrebbero il cinque percento di ciò che i fan considerano una partita in diretta. Fino ad allora, però, dobbiamo lottare duramente con la politica e contro la pirateria, che è come un cancro del nostro sport e di tutto lo spettacolo».

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