Ha segnato 36 gol in 65 partite giocate con la maglia del Napoli. Ha fisico, personalità, intuito sotto rete e persino altruismo

Osimhen, lo straripante Osimhen. Ne scrive Libero.
È salito alla ribalta di un palcoscenico che si chiama Diego Armando Maradona il centravanti con la maschera, il capocannoniere della serie A (già 11 prodezze), il ragazzone che sta calcificando nel cuore dei napoletani una moderna passione, facendo sbiadire quell’azzurra celeste nostalgia che riporta spesso ai tempi belli in cui Diego era il re di questa città. Ieri sera l’indemoniato Victor Osimhen ha aperto le danze, dopo un quarto d’ora di tocchi e tocchetti, segnando il gol numero 36 in 65 partite giocate con la maglia del Napoli.
Cosa dà al Napoli, in questa stagione felice della sua vita calcistica, questo ragazzone? Gol certo. Ma anche fisicità, atletismo, velocità sul breve e in progressione, personalità da leader, intuito sotto rete, furbizia, ferocia. Persino altruismo nel momento in cui deve ripiegare in difesa, come è successo ieri quando la Juve portava munizioni verso la porta di Meret. Rappresenta, filosoficamente, l’importanza di avere in squadra un centravanti vero: altro che falso nuove o attaccante di manovra. Victor è uomo di lotta e di governo.