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Boninsegna: «Nel 70 non era Valcareggi a fare la formazione, ma l’uomo di Agnelli e Allodi»

Al Corsport: «Mandelli presidente di Federmeccanica. Lui fece fuori Rivera. Mazzola non voleva giocare a destra e Valcareggi non aveva alcuna autorità»

Boninsegna: «Nel 70 non era Valcareggi a fare la formazione, ma l’uomo di Agnelli e Allodi»
1971 archivio Storico Image Sport / Inter / Roberto Boninsegna-Sandro Mazzola / foto Aic/Image Sport

Boninsegna al Corsport in un’intervista sui Mondiali in Messico del 70 e la finale col Brasile. Il pretesto per riparlarne è stata la morte di Pelé.

«Escludere Rivera è stata una follia. Pelé e Gerson in particolare avevano biascicato qualcosa all’ingresso in campo parlottando con Burgnich: se sta fuori il Pallone d’Oro chissà che squadra avete! Ma non era solo questo il punto. I supplementari con la Germania avevano lasciato il segno. Domenghini e Bertini in particolare erano ormai alla frutta. Soluzioni alternative? Dentro Rivera e dentro anche Mazzola, ma all’ala destra. Ed è proprio qui che è nata la spaccatura. Perché Mazzola non avrebbe mai accettato di giocare in quel ruolo e Valcareggi non aveva alcuna autorità per imporglielo. Anzi, diciamola pure fino in fondo: Valcareggi non aveva alcuna autorità in assoluto perché tutte le scelte, formazione compresa, le ha sempre fatte Walter Mandelli, presidente di Finmeccanica e legato agli Agnelli, a Umberto in particolare, e a Italo Allodi, con il quale aveva un rapporto di amicizia anche familiare».

Valcareggi esautorato di fatto, Mazzola in un ruolo più o meno occulto da Richelieu. Proprio così?

«Più o meno occulto? Più o meno dichiarato, direi! Facciamo un passo indietro. Nel primo elenco dei 22 Sandro era stato inserito tra gli attaccanti insieme con Riva, Anastasi e Gori. Credo che puntasse a fare il centravanti. Dopo l’infortunio di Anastasi ci si è accorti che non solo mancava una punta centrale di riserva ma che mancava anche un rimpiazzo per Riva. Di qui la convocazione, a sorpresa, mia e di Prati. Il risultato? Mazzola ha capito che in attacco non avrebbe mai giocato e ha preso il posto di Lodetti, si fa per dire, tra i centrocampisti. Con la pretesa, giusta o sbagliata, di un posto da titolare. Alle sue spalle aveva personalità importanti della Federazione mentre Rivera, e Rocco lo aveva subito sottolineato, non aveva in quel momento santi in paradiso».

Arriviamo ai sei minuti di Rivera.

«Fossi stato in lui non sarei mai entrato: avrei mandato Valcareggi a quel paese. Chinaglia, in Germania, ha potuto permetterselo in maniera sgangherata. Rivera lo avrebbe potuto fare con maggior classe». 

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