Al Messaggero: «Un tempo gli squadroni del Nord dettavano legge: quando riuscivi a batterli era una festa. Il Napoli oggi è una realtà consolidata».

Il Messaggero intervista José Altafini, il core ‘ngrato. Il tema è, ovviamente, Napoli-Juventus, partita in programma domani sera allo stadio di Fuorigrotta intitolato a Diego Armando Maradona. Gli viene chiesto com’era vissuta, Napoli-Juve, ai suoi tempi. Altafini risponde:
«Il Napoli non aveva la dimensione attuale. Gli squadroni del Nord dettavano legge: quando riuscivi a batterli, e non avveniva spesso, era una festa. Il Napoli oggi è una realtà consolidata, più abituato a queste sfide».
Quanto può valere la partita di domani? Altafini:
«Si sta verificando una situazione anomala: tutta l’Italia, tranne i tifosi napoletani, tiferà Juventus per non ritrovarsi con il campionato già deciso. Se il Napoli vince, spicca il volo. Dieci punti sulla Juventus scaverebbero un solco. Resterebbe in corsa solo il Milan in teoria, ma i tre punti daranno al Napoli una carica formidabile. Se invece dovesse trionfare la Juventus, tutto riaperto e quattro squadre in lotta per lo scudetto: anche l’Inter può rientrare in gioco».
Sul Napoli:
«Il Napoli gioca il miglior calcio della serie A. Merita il titolo di campione d’inverno. Se riuscirà a mantenere questo ritmo, conquisterà lo scudetto senza problemi. L’etichetta di squadra cinica mi pare riduttiva per la Juventus: vincere spesso 1-0 significa essere solidi e costanti. I bianconeri stanno sempre sul pezzo e questa è una caratteristica dei grandi club».
L’uomo in più del Napoli, per Altafini, è Osimhen. Il valore agginto della Juventus, invece, è «l’abitudine a lottare per i grandi traguardi».
Spalletti e Allegri: due modi diversi di intendere il calcio. Altafini:
«Facciamo una bella zuppa toscana e non ne parliamo più. Se sommiamo le loro migliori qualità, il risultato è un allenatore fenomenale».