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Drusilla Foer: «Bisognerebbe fare a meno della fretta e della scarsa devozione nel fare le cose»

Al CorSera: «Il privilegio è tale se puoi farne ameno, altrimenti diventa un bisogno. Il lusso vero è qualcosa di cui puoi liberarti in qualsiasi momento».

Drusilla Foer: «Bisognerebbe fare a meno della fretta e della scarsa devozione nel fare le cose»
Db Milano 26/02/2018 - photocall presentazione 'Zelig TV' / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Drusilla Foer

Il Corriere della Sera intervista Drusilla Foer, pseudonimo e alter ego di Gianluca Gori, attore e regista teatrale. Nato a Firenze 55 anni fa, Gori/Foer si diploma come pittore all’Istituto statale d’arte di Firenze e poi si dedica alla recitazione. Poi inventa il personaggio di Drusilla Foer, comparsa per la prima volta nel 2011 su YouTube. L’anno
dopo Drusilla approda in tv nella trasmissione «The show must go off» condotta da Serena Dandini su La7. È stata coconduttrice, assieme ad Amadeus, della terza serata del 72º Festival di Sanremo 2022, ha presentato i David di
Donatello e dal 12 dicembre su Rai 2 condurrà “L’Almanacco del giorno dopo”.

«Dopo Sanremo mi hanno cercato un sacco. Forse perché dico quello che penso senza essere aggressiva. O perché non dico mai “assolutamente sì” e “assolutamente no”, ma preferisco dire “io penso”, “secondo me”. In ogni caso penso che sia un bene che un personaggio che è diventato famoso anche per un discorso sull’unicità, cioè sull’importanza di accettarsi e essere sé stessi, sia accanto a Putin nelle ricerche di Internet. Vuol dire che c’è bisogno anche di umanità e tolleranza».

Con chi va a cena Drusilla?

«Con gli amici. Tipo Ornella Vanoni. Una sera mi telefonò. Il giorno dopo doveva cantare una canzone di Dalla, Chissà se lo sai, una delle mie preferite. Me la volle cantare al telefono e mi chiese di fare il ritornello, per allenarsi».

Ha esordito tardi, da quasi anziana.

«Vecchia, prego, vecchia. Ho un’età che va dai quaranta ai settanta, sono ormai con un piede nella fossa e chisseneimporta se un concerto o una comparsata a Sanremo vanno male. È questo il regalo che ti fa la vecchiaia: male che vada il giorno dopo smetti di mettere le ciglia finte».

E la lezione più utile? Drusilla risponde:

«Che cominci a guardare con tenerezza i tuoi limiti. Ci sono personaggi che alla lunga fanno del rigore un vessillo, lo trovo antipatico. Tipo Carla Fracci. L’ho conosciuta, grandissima artista ma quel senso intransigente del rigore lo
trovavo inadatto a una piena di grazia come lei».

E Amadeus com’è?

«Tutti guardano al suo essere mite e buono come se il suo talento si fermasse lì. No, lui è preparatissimo, informato su tutto, conosce tutta la musica possibile. Un genio»

Com’è stata la giovinezza di Drusilla?

«Parliamo naturalmente del secondo Dopoguerra. Guardi, le racconto un aneddoto che inquadra la mia famiglia: giorno del compimento della mia maggiore età, salotto buono, una sedia-trono in pelle graffiata dal cane. Mio padre mi regala un piccolo orologio, di quelli da donna e mi dice: “Con questo ti regaliamo la cosa più preziosa, il tuo tempo. Usalo bene, noi saremo al tuo fianco, ma un passo indietro”».

Una forte idea di libertà.

«Proprio così. Ma mi hanno insegnato anche che il privilegio è tale se puoi farne ameno, altrimenti non è più un privilegio, ma un bisogno. Il lusso vero è qualcosa di cui puoi liberarti in qualsiasi momento».

Drusilla parla di educazione.

«L’educazione perfetta è quella che insegna a fare a meno della fretta e della scarsa devozione nel fare le cose. Molti definiscono tutto questo un retaggio aristocratico, ma per me è solo la radice di tutto».

Jep Gambardella, ne «La grande bellezza», dice: «Non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare».

«Io dico che non mi va più di fare male le cose. Anche questo è un regalo della vecchiaia: molti definiscono i vecchi scontrosi e pignoli, io dico che si diventa perfezionisti e assillanti».

La sua fantasia erotica ricorrente?

«Enrico Mentana. Mi piace perché è simpatico, sa farmi ridere»

Ma è vero che nella nuova edizione dell’Almanacco lei ha voluto anche una funeral planner, una organizzatrice di funerali?

«Certo. A me sembra assurdo che si spendano milioni per i matrimoni: che cosa sono alla fine se non bischerate che durano un giorno e che, alla fine, ti lasciano pure un marito in più? Meglio spendere soldi per i nostri funerali».

Ma Drusilla come se lo immagina il suo funerale?

«Io voglio essere bruciata e dimenticata, ma quella sera mi piacerebbe che i miei amici facessero una grande festa erotica, come un Baccanale, anzi, un Saturnale, laddove i ruoli si invertono, il servo diventa padrone e il padrone diventa servo, gli uomini diventano donne e viceversa. Celebrare la mia morte con una grande festa di libertà. Ecco quello che vorrei».

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